Ok, il prezzo è sbagliato. Che alla fine era l'unica cosa giusta da dire. L'isola di Poveglia non vale 513mila euro, tanti quanti ne aveva offerti nella seconda fase dell'asta organizzata dal Demanio l'industriale veneziano Luigi Brugnaro. E non è stato neanche necessario chiamare la Zanicchi per confermarlo. I tecnici del Demanio hanno infatti rigettato l'offerta perché non ritenuta congrua. Si ritorna all'inizio, anche se adesso la situazione è da sbrogliare. Teoricamente il Comune di Venezia potrebbe far valere il suo diritto di prelazione, acquistare l'isola e poi cederla all'associazione Poveglia per tutti che potrebbe realizzare il suo sogno di restituire l'isola ai veneziani. Ma in questi giorni con il sindaco ai domiciliari e la tempesta delle tangenti Mose che ha scosso il Municipio, il Comune potrebbe non essere sufficientemente reattivo.

UNA STORIA ANCORA DA SCRIVERE

Per questo i membri dell'associazione pensano di rivolgersi direttamente ai ministeri interessati, proponendo un progetto che lasci la proprietà in mano al Demanio, ma assicuri la gestione all'Associazione. «A noi piacerebbe avere un rapporto diretto in sede governativa. Con due Ministeri: Economia e Beni culturali» ha spiegato al Corriere del Veneto Lorenzo Pesola, portavoce dell'associazione. «Abbiamo dimostrato che l'isola è un bene di interesse pubblico. Che c'è una collettività che si è mobilitata. Allora possiamo dire ai due ministeri: tenete la proprietà dell'isola, che resti al Demanio. Però troviamo un modo per gestirla, esploriamo tutte le possibilità giuridiche perché ci sia un'affidamento diretto». Per questo l’Associazione ha deciso di proporsi ome gestore dell’isola. «E chiederemo al Ministero di considerare le possibilità indicate dall’articolo 118 della Costituzione laddove si ribadisce che lo Stato "favorisce l'autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e associati, per lo svolgimento di attività di interesse generale, sulla base del principio di sussidiarietà", valutando il progetto che emergerà dal lavoro svolto, con ciò consentendo di mantenere nella proprietà pubblica il bene e di garantirne la fruizione a beneficio di tutti». La storia di Poveglia non è ancora scritta. Quel che certo è che l'orgoglio e la voglia di fare dei veneziani vale più di 513mila euro.