Leggendo un reportage di viaggio si cercano tante cose: avventura, passione, divertimento, empatia e verità. Non vuoi sapere vita, morte e miracoli di chi sta al potere, quelli si trovano sui libri di storia. Si cerca un racconto di prima mano di mondi lontani e diversi, zone periferiche che magari mai visiterai, ma che stuzzicano la fantasia e la voglia di scoprire. E poi, chi lo sa, prima o poi non è detto che uno non decida di partire con un libro sotto braccio. Per questo abbiamo selezionato dieci reportage per dieci settimane. Poi abbiamo pensato che non si può racchiudere tutti il mondo in dieci libri e siamo andati avanti, per scoprire il mondo partendo dalle pagine di un libro letto a casa o, ancora meglio, in viaggio. Ecco la quindicesima tappa.
Quando scrivi un libro di viaggio devi essere serio e sincero. Se poi riesci a essere anche divertente e documentato allora hai fatto bingo e hai scritto un buon libro che vince l’usura degli anni e racconta qualcosa del mondo che merita davvero essere letta, specialmente se avete intenzione di partire per quelle terre. Il reporter americano Ted Rall con Stan Trek (Beccogiallo, pag. 378, 17 euro) ha fatto bingo.

La parte del mondo che racconta è l’Asia Centrale, che assieme a quella che un tempo veniva chiamata l’Africa Nera, è una delle parti meno visitate del pianeta. Peccato, perché è una miscela di paesaggi spettacolari e volti umani, una miniera di storie millenarie e follie contemporanee che aspettano solo di essere viste e raccontate. Una zona che negli ultimi decenni pare avere attratto più scrittori che turisti, ma sono pochi ad averla raccontata con così tanta dovizia di informazioni, gusto per il surreale e capacità di rendere l’atmosfera delle cinque repubbliche nate nel 1991 all’indomani della dissoluzione dell’Unione Sovietica.

Ted Rall oltre a essere un bravo giornalista è anche un ottimo disegnatore, per cui il suo libro è un po’ fumetto e un po’ testo, un ibrido ben riuscito che riesce a mischiare analisi storica e politica e reportage di viaggio, informazioni pratiche (anche se oggi un poco datate visto che il libro è stato scritto nel 2006) e empatia verso i popoli che abitano il luogo più remoto della terra. Alle volte sembra Joe Sacco, altre Bill Bryson. Sempre riesce a raccontare in modo dissacrante una realtà che a dire il vero offre materiale a bizzeffe grazie alla sua infinita serie di autocrati ereditati dal regime sovietico che governano questa manciata di stati potenzialmente ricchi, ma ne fatti piuttosto poveri e abbastanza disperati. Paesi in cui la polizia, almeno ai tempi dei viaggi di Ted Rall, era un problema molto maggiore dei briganti perché le buone abitudini sono dure a morire e 70 anni di Unione Sovietica non passano certo in vano.

Certo, da quando Stan Trek è stato scritto diverse cose sono cambiate anche nei Paesi dell’Asia centrale: in Turkmenistan il Turkmenabashi (Saparmyrat Nyýazow) è morto ed è stato sostituito da un altro dittatore dal nome impronunciabile (Gurbanguly Berdimuhammedow) e dal modo di fare perlomeno eccentrico, mentre non sono cambiate le condizioni di miseria in cui vive la popolazione. Il Kirghizistan ha vissuto una mezza rivoluzione e ora ha deciso di dedicarsi al turismo per risollevare le sorti della sua economia. Mentre il Tagikistan rimane il più povero dei Paesi dell’aerea e non riesce a capire da dove iniziare per cambiare.

Tenendo conto che nel frattempo tutte queste zone sono diventate più accessibili e fare turismo non è più un’avventura riservata a chi cerca emozioni forti, il libro di Ted Rall rimane ancora un'ottima lettura per avere un’introduzione all’Asia centrale di oggi. E questo per un libro di viaggio è già un bel risultato.
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