Venticinque centesimi al chilometro di indennità se usi la bici per andare al lavoro. Un bonus che, se il progetto del ministro dell'ambiente francese Ségolène Royal andrà in porto, ogni cittadino potrebbe trovarsi in busta paga alla fine del mese: tot chilometri percorsi, tot euro riconosciuti.
LA COP 21 SI AVVICINA
L'iniziativa dell'indennità chilometrica ai ciclisti fa parte di un pacchetto di norme che il governo di Parigi ha allo studio per migliorare la mobilità e ridurre l'impatto ambientale della circolazione nei grandi agglomerati urbani. Secondo i maligni la COP21, la conferenza mondiale sull'ambiente di Parigi, è alle porte e in vista dell'inaugurazione del 30 novembre l'esecutivo del primo ministro Valls sarebbe a caccia di un gesto eclatante con cui qualificarsi dinanzi agli altri Paesi.

PRIMO TEST POSITIVO

Quello che è certo è che l'indennità chilometrica non è una novità. La Francia ha infatti una tradizione di contributi incrociati per la mobilità. È un Paese dove le aziende pagano di tasca propria contributi per garantire i servizi di trasporto pubblico ai propri dipendenti. E un test campione sul “pay for ride”, durato un semestre, si è già svolto lo scorso anno: oltre ottomila persone sono state coinvolte e il risultato è stato un incremento di quasi il 50 per cento dei tragitti casa-lavoro in bicicletta.
MA QUANTO COSTA?
Gli esperti francesi valutano che l'uso della bici potrebbe trasformarsi in un bonus di circa 50 euro al mese nella busta paga di ogni utente. Un costo a loro detta sostenibile, visto che gli investimenti complessivi per la mobilità richiedono cifre ben superiori. L'obiettivo dichiarato entro il 2020, peraltro, è quello di spostare sulle due ruote – senza motore! quindi niente scooter – almeno un quarto degli spostamenti dei pendolari nei grandi agglomerati urbani d'Oltralpe. Dopotutto i vicini belgi ci sono già riusciti, e pagano “solo” 22 centesimi di indennità per chilometro ai ciclisti...