Novant’anni di vita attiva e piena sono un traguardo importante per ogni essere umano; a maggior ragione quando a tagliare il nastro è uno dei più celebri scienziati italiani. Mercoledì 25 gennaio è il caso di Luigi Luca Cavalli-Sforza, genetista di fama mondiale, docente emerito dell’università di Stanford, precursore degli studi più avanzati in campo antropologico e linguistico, nonché viaggiatore curioso e instancabile Suchender, “uomo in cerca”.

Un protagonista a tutto tondo della cultura scientifica del nostro Paese, dalla vocazione precoce. Come ha ricordato lui stesso, nel 1936 durante una lezione al celebre liceo Massimo d'Azeglio di Torino, il suo professore di religione disse di non credere nella teoria evoluzionistica. L'allora quattordicenne Luca si interessò a una lezione che avrebbe influenzato in modo radicale la sua vita non per ribellione, ma perché le prove riportate dal docente non avevano alcuna base logica, a differenza dell'evoluzione, che sembrava allo studente “del tutto ragionevole”.

L'anniversario che sarà festeggiato mercoledì 25 gennaio a Milano, presso il Museo Civico di Storia di Naturale (corso Venezia 55), con un incontro-tavola rotonda che avrà inizio alle 14.30 nell’Aula magna: Giovanni Bignami, Massimiano Bucchi, Giulio Giorello e Camille Pisani, moderati da Vittorio Bo, dialogheranno sul tema Disseminare la scienza per seminare il futuro. A partire dalle 17, studiosi di tutto il mondo porteranno il loro contributo in teleconferenza e alle 18.30 l’assessore alla Cultura moda e design Stefano Boeri, Francesco Cavalli-Sforza e Alberto Piazza inaugureranno la mostra I viaggi di Luca Cavalli-Sforza, ancora una volta ero io il curioso.