Il gioco è questo. Dove eravate quando Grosso segnò l’ultimo rigore? E quando Roberto Baggio tirò fuori il suo? E quella sera di luglio in cui Serena se lo fece parare da Goygoychea? Bene. Se ricordate con precisione dov’eravate, che cosa avete provato, chi c’era con voi e che cosa avreste fatto voi al posto del cittì dell’epoca, allora questo libro fa per voi. Soprattutto adesso che siamo nel vivo dei Mondiali del Sudafrica e ieri si è giocato contro la Nuova Zelanda. E anche perchè - tocca ammetterlo - almeno una volta ogni quattro anni la Nazionale diventa un’attrazione irresistibile anche se normalmente il calcio non vi interessa.

La prima volta fu il 15 maggio 1910, all’Arena Civica di Milano. Si giocava con le magliette di cotone pesante, come pesanti erano i palloni di cuoio che i portieri fermavano ancora a mani nude. All’esordio si vinse: 6 a 2 alla Francia e tanti festeggiamenti. Da allora la Nazionale italiana ha giocato centinaia di partite, vinto quattro Mondiali e attraversato le vite degli italiani come il ricordo degli esami delle medie: un magnifico incubo di cui non si può fare a meno.

Paolo Madeddu - collaboratore di QuiTouring - e Andrea Saronni in “Cento volte Italia” hanno raccolto un secolo di storia azzurra mettendo in fila episodi indimenticabili, eventi incredibili e retroscena ignoti. Un breviario di mitologia azzurra che tiene compagnia per cento capitoli, tra un inno stonato e storie ripescate negli archivi della memoria. Come quella volta - chi se lo ricordava - che il mago Herrera allenò l’italia per quattro volte, quattro. O quella in cui Cesare Maldini litigò con un tifoso in mondovisione. Per non parlare della disfatta con la Corea del Nord o la caporetto di Santiago del Cile ai Mondiali del ‘62. Insomma, un bel libro da piluccare tra una partita e l’altra, aspettando un benedetto gol.

Info: 100 volte Italia

di Paolo Madeddu e Andra Saronni

Ultra Sport/Castelvecchi, pagine 312, euro 16.