Quando visiti una nuova città finisce che il più delle volte non esci dal centro. Ti fai un'idea che non corrisponde alla realtà semplicemente perché per tutto il periodo del tuo soggiorno non oltrepassi le mura del centro storico, non ti avventuri nelle periferie, non fai un passo che non sia segnato sulla guida di turno. Guida che per motivi storici e culturali spesso di una città si limita a raccontare i monumenti imprendibili e non la vita vera, quella che accade altrove, fisicamente lontano dal centro. In posti che magari non saranno bellissimi esteticamente, ma spesso raccontano di un luogo, della vita di una città, più di quanto non dica un museo, una pinacoteca o un bel palazzo signorile. E allora? Allora spingersi un poco più in là, fare una passeggiata nei quartieri periferici, cercare di esplorare un luogo in tutte le sue plurime dimensioni può riservare sorprese e certo serve per avere un quadro più completo e profondo del posto che si sta visitando.

Per farlo alle volte ci si può addirittura affidare a una guida.

È il caso di L'altra Milano, un volume edito qualche mese fa da Espress edizioni (pagine 404, euro 15,90) e curato da Andrea Dusio, Federico Del Prete, Caterina Duzzi  Enrico RIni, che raccoglie 36 itinerari milanesi rigorosamente fuori dal centro. Il che a Milano vuol dire fuori dalla prima cerchia dei Navigli, quella che - per intendersi - oggi fa parte di area C e un tempo, prima che venissero coperti, era racchiusa dai canali navigabili che facevano arrivare le chiatte fino al cuore della città. Una Milano idealmente divisa in quattro macro aree con una propria connotazione storica: la città che resta, ovvero quella dei vecchi rioni, dalla Darsena a Porta Romana, dalla novecentesca Porta Venezia alla zona di Porta Volta, che comprende il cimitero monumentale e la zona di Paolo Sarpi, la Chinatown meneghina. La città che corre, quella che si è sviluppata sugli assi viari, da corso Sempione a viale Zara, da Corso XII marzo e corso Vercelli, che portavano in campagna. La città che aspetta, quella che si è cresciuta di importanza negli ultimi anni, grazie al boom della moda e del design, da zona Tortona al complesso Porta Nuova/Isola; e la città che cambia, quella delle periferie storiche cresciute dopo la Seconda guerra mondiale, da Baggio alla Bovisa, da Città Studi fino al Corvetto. Un modo diverso di conoscere una città. Una guida utile anche (o forse soprattutto) per i milanesi. Quelli che come sport preferito hanno la denigrazione della propria città.