Giunge quest’anno alla sedicesima edizione il Festivaletteratura di Mantova, uno degli appuntamenti culturali più importanti d’Italia e molto conosciuto e apprezzato anche all’estero. Un programma fittissimo, scaricabile dal sito, con quasi 300 eventi che vanno a “occupare” location storiche. Dal chiostro del museo diocesano a piazza Castello, dalla sagrestia di San Barnaba a piazza Erbe: persino le finestre dei palazzi del centro storico diventano scenografie perfette per incontri raccolti o per il grande pubblico. E sono proprio le peculiarità paesaggistiche a lasciare senza fiato le decine di autori stranieri che, nel corso di questi anni, sono stati ospiti. I nomi dell’edizione 2011 sono decine e vanno dall’egiziano Al Aswani a Stefano Benni, da Carlo Lucarelli a Tim Parks, da Alain De Botton a Giorgio Faletti, passando per Giancarlo De Cataldo, Neri Marcorè e Robert Harris.

“La nostra mossa vincente è stata quella di interpretare l’esigenza di incontrarsi, confrontarsi e scendere in piazza” racconta Marzia Corraini, una delle fondatrici della manifestazione. La gente vuole incontrare la cultura dal vivo e Mantova si presta perfettamente. Creare eventi pubblici ma intimi è un po’ il fil rouge che caratterizza gli eventi in programma, spesso pensati anche per coinvolgere il pubblico dei più giovani. In tutto questo la città ha sempre risposto alla grande dimostrando una vocazione cosmopolita da fare invidia ad altre metropoli italiane. Sono circa 700 i volontari che ogni anno mettono a disposizione tempo e sorrisi per realizzare il festival e 400 sono proprio mantovani. Il segno di un coinvolgimento collettivo entusiasmante. I protagonisti sono i lettori che, finalmente, possono riprendersi la piazza alla faccia delle statistiche che relegano gli italiani in fondo alle classifiche dei libri acquistati.