Il sogno dell'albergo low cost ha una lunga storia. Tanto lunga che si parla da almeno vent'anni di budget hotel, ben prima che fosse coniata l'espressione low cost. Un boccone goloso, che negli anni ha acceso gli appetiti di un po' tutte le catene alberghiere. Giusto per fare degli esempi, in Europa fanno parte del filone sia gli Holiday Inn Express, “fratelli minori” dei Crowne Plaza all'interno della famiglia Intercontinental, sia nel gruppo francese Accor gli hotel Ibis a target familiare e gli ultraeconomici (e spartani) Formule 1.

BUDGET HOTEL E CONCORRENZA ONLINE
Le variazioni sul tema non mancano, come dimostra la giapponese APA (Always Pleasant Amenity) con 52 strutture: stanze claustrofobiche, ma pulizia maniacale e prezzi da saldo, visto che due notti a Tokio costano 110 euro. Sempre che a fare le veci dell'hotel low cost non sia l'albergo di categoria superiore che “salda” l'invenduto online o punta all'offerta web imperdibile. Senza troppo sforzo, in rete, per i finesettimana di novembre si trovano quattro stelle del centro di Roma che offrono la doppia con prima colazione a poco più di 100 euro per notte.

LA CATENA OLANDESE FLETCHER
Punto di riferimento per il budget travelling, in Olanda ha preso da tempo quota la catena Fletcher, 65 alberghi tre e quattro stelle in tutto il Paese con un interessante rapporto qualità-prezzo. Per fare un esempio, l'Holland Package da 190 euro prevede due pernottamenti nella capitale per due persone nella torre di cristallo superecologica Fletcher Amsterdam (firmata dallo studio BenthemCrouwel) con ricco breakfast a buffet, una cena da tre portate e una giornata di noleggio delle biciclette. E in last minute, nei tre stelle Fletcher le camere costano 29,50 euro per notte.

IL MOXY MILANO
La risposta arriva con la formula “stile e design a prezzi abbordabili”. E ha aperto da un paio di mesi allo scalo milanese di Malpensa, di fronte al Terminal 2 dei voli Easyjet. È il Moxy Milano, primo nato di un'innovativa iniziativa che vede protagonisti il gruppo alberghiero Marriot e i norvegesi di Inter Hospitality, del gruppo Ikea. È un low cost? Dipende: la doppia per due notti nel penultimo finesettimana di novembre costa 150 euro; a pari data allo Sheraton del terminal 1 ci vogliono 280 euro. Ma non è soltanto questione di prezzi: l'albergo è stato realizzato con una struttura prefabbricata in legno a basso impatto ambientale, pur con un'insonorizzazione di alto livello, e punta su una fascia di ospiti del tutto diversa.

OSPITI GIOVANI E TECH INVOLVED
Parlare di generazione Y per i clienti del Moxy, ovvero dei nati tra gli anni Ottanta e i primi anni Duemila, è forse riduttivo: in ogni caso si tratta di viaggiatori che cercano un ambiente confortevole, con personalità e dotazioni tecnologiche all'avanguardia. Non solo wi-fi in camera, quindi, ma garanzia di una rete che “non ti lascia mai per strada”, 17 metri quadri di superficie media della camera, con arredi in materiali naturali e dai colori neutri, ma anche bar e ristorante self service 24 ore su 24; e opere d'arte contemporanea alle pareti, risultato di un contest realizzato in occasione dell'apertura.

MOXY, CRESCITA AD ALTA VELOCITÀ
Se si trattasse di un serial televisivo, si potrebbe dire che il Moxy Milano è l'episodio pilota. Marriot e Ikea puntano infatti nel giro di un decennio a raggiungere quota 150 strutture in tutta Europa. E giusto per far capire che fanno sul serio, hanno già annunciato il calendario dei primi due anni: Monaco di Baviera (aeroporto) nell'estate 2015, poi nel 2016 Berlino Ostbahnhof, Francoforte (aeroporto), Berlino (aeroporto), Oslo Exporama, Londra Royal Docks, Londra Heathrow (aeroporto), Aberdeen, Londra Stratford on Avon, Eschborn presso Francoforte. Tra le successive destinazioni papabili ci sarebbero Edimburgo, Bruxelles, Amsterdam, Amburgo, Lispsia, Cardiff e Dublino. Misteriosamente fuori dal progetto Francia, Spagna e – con l'eccezione di Malpensa – la stessa Italia.