Questo è il periodo dell'anno nel quale molti italiani cominciano a ragionare su come e dove trascorrere le vacanze nel periodo estivo. Ma questo 2020 è un anno diverso, unico. Eppure c'è una consistente parte della popolazione che ha realmente voglia e bisogno di fuga, magari anche solo a pochi chilometri da casa. Ne abbiamo parlato con Nando Pagnoncelli, amministratore delegato di Ipsos e consigliere del Touring Club Italiano.
“Nel complesso assistiamo a comportamenti inediti, sorprendenti, per molti versi guidati da una preoccupazione acuta che continua a mantenersi elevata". Pagnoncelli inizia così l'affresco dell'Italia ai tempi del Covid. "La rilevazione che facciamo settimanalmente ci dice che il 52% della popolazione, ancora oggi, sente una percezione di minaccia personale. In febbraio era del 12%. Il cambiamento forte lo abbiamo registrato dall'8 di marzo con il comunicato del presidente del consiglio Conte. In quel momento è iniziata la fase 3 per noi”. Già perché se a livello nazionale stiamo per entrare nella cosiddetta fase due, per le indagini statistiche di Ipsos i momenti cruciali sono stati tre.
Il primo momento ha avuto luogo a fine gennaio/inizio febbraio, con il caso dei due turisti cinesi a Roma e lo stop ai voli da e per la Cina; il secondo, piuttosto rapido, tra la metà e la fine di febbraio, con i primi casi a Codogno e il grande disorientamento sia politico sia sociale.
“Nella fase 3 l'Italia si è dimostrata davvero sorprendente" continua Pagnoncelli. "Alcune parole chiave definiscono la situazione. Prima di tutto senso di responsabilità, certamente dettato in parte dalla paura, ma accompagnato da un altro aspetto interessante, l'emergere del capitale sociale del Paese. Abbiamo visto una proliferazione di raccolte fondi ma anche molte iniziative di volontariato organizzato o legato a singoli gesti (dalla spesa per il vicino di casa anziano ad altre forme di aiuto personale). È emerso quello che accade generalmente in situazioni di emergenza: grande umanità e generosità del Paese".

Terzo termine una concordia di fondo. "Coesione e fiducia nei confronti del governo. Impermeabilità dei cittadini nei confronti di messaggi critici e polemici. Solo insieme usciamo da questa emergenza. Solo rispettando le regole se ne esce. Tutto questo ci porta a un interrogativo di fondo: questi atteggiamenti virtuosi si ritroveranno anche nell'emergenza economica che inevitabilmente rischia di produrre delle fratture sociali? Questa è la vera sfida secondo me” commenta Pagnoncelli.

E a leggere i numeri legati proprio al mondo del turismo e del viaggio raccolti da Ipsos una prima frattura emerge. Alla domanda: “Se si dovesse sbloccare la possibilità, lei pensa di fare una vacanza di almeno una settimana lontano da casa questa estate?”, il campione raggiunto ha risposto in maniera decisamente ambivalente. Il 39% degli intervistati ha infatti risposto con un netto sì, pronti quindi a partire, anche solo in direzione della seconda casa o mete italiane. Tra i no le motivazioni sono molto diverse tra loro: il 17% infatti ha ancora molta paura, mentre il 12% non andrà da nessuna parte essenzialmente per mancanza di soldi per farlo.

Un dato che fa temere proprio quella frattura sociale di cui parlava poc'anzi Pagnoncelli, come l'assenza di ferie e la necessità di lavorare, la terza principale motivazione per cui molti italiani non andranno in vacanza (il 6%). C'è un no per altri motivi che tocca il 3% portando il totale dei negativi all'ipotesi di mettersi in viaggio al 38%, quasi speculare a chi invece ha intenzione di andare in vacanza. A chiudere il cerchio un 23% che per ora non sa, non indica o non si pone il problema perché non va abitualmente in vacanza in estate. Forse quelli che sembrano i classici indecisi aspetteranno l'ultima ora per mettersi in moto, anche fosse soltanto per una breve gita fuori porta, ma all'aria aperta.