Il 19 luglio ha inizio a Smerillo, 806 m sull'Appennino marchigiano, in provincia di Fermo, la quarta edizione del festival Le parole della montagna. Alpinisti, filosofi, artisti, poeti, musicisti e teologi si riuniscono nell'affascinante borgo delle Marche, per condividere riflessioni ed esperienze sulla sacralità della montagna, da sempre dimora allegorica di nature divine ed eroi, luogo di incontro fra il cielo e la terra, fra l’umano e il divino.

Oltre agli incontri pomeridiani e serali che si svolgeranno per una settimana, fino alla conclusione il 28 luglio, saranno organizzate per gli ospiti diverse escursioni, pensate per andare alla scoperta dei luoghi più inesplorati dei Monti Sibillini e arricchite con spettacoli. Molte altre le proposte per il pubblico che giunge a Smerillo: incontri, musica, street boulder, mostre, spettacoli, arte, convivialità, mercatino di montagna ed una sezione speciale tutta dedicata ai bambini.

Il Festival è nato nel 2010 da un’idea di Simonetta Paradisi, oggi direttore artistico della manifestazione, che ha voluto riunire intorno a un raffinato cenacolo, uomini di cultura, filosofi, musicisti, artisti per parlare della montagna in termini filosofici e spirituali. Il suggerimento iniziale origina, infatti, proprio dalla sua convinzione che il camminare non ha valore quando si traduce in prova di eroismo o peggio ancora sfida al pericolo, ma diviene esperienza fondante dell’individuo quando conduce ai territori dell’anima, in una ricerca di sé e dell’Altro. Valorizzando la propria personale esperienza di montagna, ha voluto promuovere questo nomadismo dell’anima, attribuendo alle parole della montagna significati simbolici e trascendenti, per farne occasione di riflessione.

Il Festival, prendendo spunto da una parola suggerita dalla montagna, propone ogni anno riflessioni sulla sacralità della montagna, intesa quale luogo di incontro fra l’umano ed il divino e quindi luogo di incontro dell’uomo con il proprio sé. Il tema della IV edizione del Festival è il varco, inteso come luogo del passaggio, della trasformazione, soglia che conduce a una variazione e che richiede partecipazione e consapevolezza affinché il cambiamento avvenga.

Quest'anno partecipano fra gli altri, il filosofo Massimo Cacciari, l'arrampicatore Maurizio Zanolla, detto Manolo, guida alpina, Daniele Ribola, psicoterapeuta e psicoanalista, Davide Rondoni, fondatore del Centro di poesia contemporanea dell’Università di Bologna, il teologo cadorino don Rinaldo Ottone, il giornalista Sebastiano Fusco e il poeta Paolo Ruffilli