Il 29 novembre 2013 sarà una data triste per la montagna. E anche per il servizio televisivo pubblico e per i tanti abbonati RAI delle Terre alte.
TGR Montagne, il settimanale televisivo della RAI dedicato interamente alla montagna che da otto anni si occupa delle tematiche relative alle Terre alte, verrà sospesa a tempo indeterminato dai palinsesti di RAI 5, senza alcuna previsione di futura ricollocazione.

Le Terre alte e i valori ad esse collegati ora più che mai devono essere promossi e preservati, in quanto rappresentano un nodo fondamentale per la salvaguardia della biodiversità e per la tutela dell’ambiente in generale. Non bisogna poi dimenticare il ruolo strategico che le montagne rivestono nella Green economy, con le loro molteplici risorse rappresentate tra le altre da acqua, legno, agricoltura, prodotti tipici, paesaggi, artigianato e turismo. È inoltre necessario affrontare problemi come il dissesto idrogeologico, che anche in questi giorni sta causando danni, e lo spopolamento dei territori montani. Senza Terre alte, anche le pianure non sarebbero le stesse.

Per tali motivi non si deve spegnere l’unica voce del servizio pubblico televisivo specificamente impegnata in attività di promozione della storia, della cultura, delle tradizioni, della tutela ambientale, dei territori e dell’economia della montagna. Andrebbero invece fortemente potenziate le occasioni di informazione pubblica su questi temi, non solo inerenti la montagna.

Il Club alpino italiano, insieme con il Touring Club Italiano, la Società Speleologica Italiana (SSI), Uncem, il Corpo Nazionale di Soccorso Alpino e Speleologico (CNSAS) e l’Associazione Guide Alpine Italiane (AGAI), Club Alpino Accademico Italiano (CAAI), chiedono dunque alla RAI di ricollocare la trasmissione all’interno del proprio palinsesto, ai fini di garantire alle comunità montane, agli abitanti delle Terre alte e alle problematiche ambientali relative a queste zone un’adeguata e autorevole cassa di risonanza atta a valorizzare le potenzialità dei territori montani.

Questa scelta si porrebbe inoltre in linea con l’Articolo 44 della Carta Costituzionale italiana, che nella sua parte finale recita quanto segue: “La legge dispone provvedimenti a favore delle zone montane.”