Albano Marcarini, urbanista, milanese, viaggia a piedi e in bicicletta. Studia le città e i paesaggi. Dipinge acquerelli. Scrive guide ed è autore Touring dal 1978. Ha fondato CoMoDo (Confederazione Mobilità Dolce) e dirige Cycle! collana di magazine e libri per il mondo del ciclismo.
«Seguir con gli occhi un airone sopra il fiume…» cantava Lucio Battisti. Chissà se quel fiume si chiamava Po. Sì, perché se esiste ancora un luogo dove le dimensioni di uno sguardo sono libere e infinite questo è l’argine del grande fiume. Qui ci sono concesse le "emozioni", qui si avverte il soffio della natura, gentile o prepotente, a seconda dei momenti.
Qui si colgono le distanze della pianura, non più cadenzate dai paesi, ma misurate sulle immense curve del fiume, sul maestoso incedere della corrente, sull’improvviso apparire di un ponte. Si potrebbe pedalare per giorni senza sapere dove essere e poi sorprendersi di aver attraversato province e regioni.
Quasi tutto l’argine maestro è pedalabile, anche se nessuno lo consente formalmente. Ma è invalsa l’abitudine di percorrerlo perché l’argine fa parte delle vicende delle genti del Po: muro, barriera, trincea al contrario, protezione, luogo di amori clandestini, incubo, tragedia… tutto succede dietro o sopra questa striscia di terra. 
Il castello di Maccastorna
LA MAGIA DEGLI ARGINI DEL PO
Gli argini sono lo schermo e la poltrona privilegiata del paesaggio padano. Li hanno raccontati, fotografati e filmati in tanti; più in bianco e nero che a colori, perché le terre del Po non sono sempre azzurre e verdi, più spesso sono grigie e poi bianche, come la nebbia. Nonostante l’ovvietà del percorso, la sua mancanza di punti di riferimento, la sua capacità di scansare luoghi e cose ho sempre vissuto come una piccola avventura una pedalata lungo il fiume.
In questo viaggio lo faremo per parecchi chilometri, lungo tutto il corso in sponda sinistra del Po, nel tratto Lodigiano, dalla confluenza del Lambro fino a quella dell’Adda. Molti di più di quelli che sono in linea d’aria poiché qui il Po si concede larghissime divagazioni. Disegna le più profonde anse del suo percorso e ciò allarga enormemente lo spazio della golena, il territorio compreso fra gli argini maestri delle rispettive sponde. 
LA CICLOVIA DEL PO NEL LODIGIANO - I DATI
- Lunghezza: 66 km.
- Punto di partenza: : Orio Litta (Lo), stazione Fs. Orio Litta si trova sulla linea Fs Pavia-Codogno ed è fermata dei treni regionali con Servizio Treno+Bici. Chi proviene da Milano deve trovare corrispondenza a Codogno o a Pavia. Nel primo caso, a seconda degli orari, potrebbe risultare più conveniente affrontare in bicicletta i 14 km che separano Codogno da Orio preferendo però alla trafficata statale 234 per Pavia il percorso ciclabile passante per Somaglia e Senna Lodigiana. 
- Punto di arrivo: Pizzighettone (Cr). La cittadina possiede due stazioni sulla linea Milano-Codogno-Cremona.
- Condizioni d’uso: in prevalenza strade arginali asfaltate o sterrate (per circa 8 km), in alcuni tratti a uso promiscuo, strade comunali e provinciali. Ombreggiatura quasi assente (in estate è d’obbligo un cappellino).
- Segnaletica: pannelli segnaletici direzionali di colore marrone, ma in alcuni tratti discontinui.
- Sicurezza: itinerario quasi interamente separato dalla viabilità veicolare che sugli argini è vietata o soggetta a limitazioni di transito.
- Dislivello: insensibile.
- Mezzo consigliato: bicicletta da turismo.
- Dove mangiare: La buona cucina lodigiana si assaggia in vari ristoranti. Pochi però sono collocati lungo il percorso d’argine: occorre allora scendere negli abitati vicini. A Corte S.Andrea, Osteria Corona, 0377944685; a Somaglia, Centro nautico Somaglia, loc. Gargatano (sull’argine), 037757402-3498452506; a S. Rocco al Porto, Agriturismo Isolone, C.na S.Benedetto, via S. Giovanni Bosco, 037756107; a S. Stefano Lodigiano, Agriturismo Barcaiolo Lodigiani, loc. Chiavicone, 0377.379300; a Castelnuovo Bocca d’Adda, Trattoria Da Lele, via Cavour 4, 0377.60840. A Crotta d’Adda, Antica Trattoria del Giglio, via Roma 1, 0372.722909), un angolo del Trentino ricostruito nella Padania da tre sorelle originarie della Val di Fassa; da provare il menu ‘Pausa del ciclista’(piatto combinato con bevanda). A Pizzighettone, Ristorante al Giardino, via Porta Soccorso 9, 0372.744525, nella buona stagione si consumano i pasti nella veranda del giardino lungo l’Adda.
- Da fare in più: Alcune idee per fare ritorno al punto di partenza in bici. Da Castelnuovo Bocca d’Adda si può tornare a Orio Litta (32 km) seguendo la ciclabile del Canale Gandiolo e del Colatore Ancona. Utilizzando il ponte sul Po di Piacenza oppure quello di Castelnuovo Bocca d’Adda, ci si può portare sulla sponda destra del Po e seguire la Via Po piacentina per poi riattraversare il fiume a Soprarivo/Corte S.Andrea con il servizio di traghetto a chiamata (0523.771607). A Pizzighettone si danno varie altre possibilità: a Lodi.
LA GUIDA
Questa pagina è un estratto della guida "La ciclovia del Po lodigiano" nella collana "Itinerari di Cycle" che riguarda le guide delle più belle piste ciclabili d’Italia.
La guida è in vendita a 4.50 euro presso il Punto Touring di corso Italia 10 a Milano, nelle principali librerie della città oppure on-line sul sito www.guidedautore.it dove trovate anche altre proposte di libri e guide per viaggiare a piedi e in bicicletta.