Cade il 31 luglio il 60° anniversario dell'epica conquista della cima del K2 (8611 m) da parte di Achille Compagnoni e Lino Lacedelli, componenti della spedizione nazionale del Cai guidata da Ardito Desio. Una pattuglia di 30 persone, tra cui 13 alpinisti provenienti da diverse regioni d'Italia e selezionati dopo attente valutazioni medico-tecniche, partita a fine maggio e giunta, attraverso una lunga marcia di avvicinamento nel Karakorum (Pakistan) ai piedi della montagna, riuscì a mettere il campo base a 4970 m di quota.
 
IL SIGNIFICATO DI UN'IMPRESA
Tralasciamo la lunga sequenza di polemiche che hanno caratterizzato gli anni successivi alla conquista e soffermiamoci sul significato intrinseco di quell'impresa. La conquista da parte degli italiani del K2, la seconda montagna più alta del mondo, ebbe una risonanza mondiale, ma anche nel nostro Paese, solitamente agnostico alle imprese alpinistiche, le fasi dell'impresa e la successiva vittoria furono seguite con grande enfasi (e al loro ritorno gli alpinisti furono accolti come degli eroi, come si vede anche da alcune foto).

La motivazione è semplice: l'Italia, a nove anni dalla fine della guerra e quindi da una sconfitta che aveva messo in ginocchio (e diviso) il Paese, aveva l'occasione per una rivincita in campo internazionale. Non si trattava di una rivincita militare, ovviamente, ma comunque di una rivincita significativa. Ecco quindi che – quando il 31 luglio 1954 Compagnoni e Lacedelli alle 18 della sera, stremati, riuscirono a mettere i piedi sulla cima del K2 – gli italiani tirarono il fiato. L'orgoglio del Paese era salvo. Si poteva tornare a tenere la testa alta al cospetto delle altre nazioni.

Nei prossimi giorni, e fino a ridosso della data della conquista, torneremo sul tema, approfondendo alcuni risvolti.

 
Nella gallery fotografica: 
- Compagnoni sulla vetta del K2. Foto autografata tratta dal Fondo Saglio dell'Archivio fotografico del Tci.
- I componenti della spedizione in udienza da Papa Pacelli. Foto tratta dal Fondo Saglio dell'Archivio fotografico del Tci.
- Il gruppo degli alpinisti al Campo base. Al centro, Ardito Desio. Foto tratta dal Fondo Saglio dell'Archivio fotografico del Tci.
- Il K2.
- Il K2 e il ghiacciaio del Baltoro.