L’oceano, le sue spiagge, le rocce a picco sul mare, le foreste fitte e silenziose e poi Lisbona, contraddittoria, splendente, con la memoria aggrappata all’età delle scoperte e lo sguardo rivolto lontano dall’Europa. Quasi un'isola il Portogallo. Restringendo il campo alla capitale e alle sue coste si può intuire anche in pochi giorni una delle due anime (l’altra è verso la Galizia) di un paese di frontiera dal fascino imprendibile.
Per non limitare l’assaggio portoghese alla sola Lisbona (che vale il purtroppo mai economico biglietto dall’Italia), servono quattro ruote e una road map non a maglie strette. Un compromesso può essere noleggiare un’auto alla fine della soggiorno lisbonese e partire alla volta delle coste più estreme del continente europeo.
Il panorama di Cabo da Roca, punta più occidentale del continente europeo
LISBONA
Come una signora accomodata su sette colli. A Lisbona una luce inconfondibile abbacina appena se ne percorrono le calcadas bianche, di piastrelle sbrecciate. Lisbona è una città estesa, dalle dimensioni metropolitane, dai continui richiami al mare, dalla vita di strada, da case e ringhiere che sembrano cadere da un momento all’altro e invece si appoggiano a monumenti antichi. Esploratela a piedi e ogni tanto divertitevi a scivolare sulle mattonelle lisciate da vento, acqua e sole. Andare di fretta è quasi imperdonabile.  
Per una visita di uno, due giorni, l’ideale è farsi conquistare dai suoi contrasti. È vero c’è il Barrio Alto della movida, l’Alfama del fado, la Baixa e Praca do Rossio e do Comercio, ma andate oltre, risalite le rua seguendo i binari dei vecchi tram gialli sferraglianti e inossidabili e scoprirete un’altra Lisbona.
Un caffé con vista da una terrazza dell'Estrela
Dalla stazione marittima di Alcantara salite verso il Rato e l’Estrela, prendete fiato sulle terrazze panoramiche, fermatevi a pranzare in un locale popolare con aringhe affumicate, riso e vinho tinto e poi godetevi il panorama dalla cupola della Basilica della Estrela. Verso nord invece c’è la Lisbona moderna, con le avenida che vi portano al verde e al relax del Parque Eduardo VII e alla bellezza pensata della Fondacao Gulbenkian, tra studenti di Belle Arti che ritraggono sui carnet, tra opere contemporanee en plein air e sentieri alberati dove godersi i richiami degli uccelli.
Per vedere la divertente Lisbona del dopo Expo '98, infilatevi in una stazione del metro verso il Parque das Nacoes. Se invece sentite il richiamo del Tago, potete prendere un electrico e scendere verso il fiume, fino alle bellezze monumentali del Mosteiro dos Jeronimos, della Torre de Belem e del Ponte 25 de Abril. Pranzo e cena a vostra scelta, tra baccalà in mille salse, intingoli e aromi, pesce e carne alla brace. I più romantici possono salutare Lisbona dalle terrazze del Castelo Sao George, magari al tramonto, con la luce che si scalda sulla foce del fiume .
 
Una vista sulla città, con il profilo del castello di Sao George sulla sinistra e il Tejo sullo sfondo
DA LISBONA A ESTORIL 
È il momento di sfruttare un mezzo privato per andare alla scoperta della costa do Estoril fino alle spiagge oceaniche di Cabo da Rocha. La direttrice che vi porta rapidamente fuori dai confini della capitale è l’autostrada A5, ma la strada panoramica per eccellenza è quella che segue la foce del Tejo a ovest di Lisbona. Superata la zona monumentale di Belem (non scordatevi una puntata nella sua antica Pastelaria), la prima cittadina costiera è Algés, che ospita il centenario Acquario Vasco da Gama e una pregiata collezione di conchiglie, uccelli e animali marini. Si riprende la strada senza lasciare il Tago e la baia di Cascais. A Carcavelos ci sono gli insediamenti resindeziali più recenti e le animate spiagge dei lisbonesi.
Estoril è invece la vera capitale della riviera. Si intuisce da subito l’aria retrò e mondana tra i viali fiancheggiati dalle palme, i caffè, i locali turistici e i giardini del parco che oltre a essere il cuore della cittadina vede sullo sfondo il moderno casinò. E non è un caso se Ian Fleming ambientò qui il primo libro della saga di James Bond (Casinò Royale). Perché durante la seconda guerra mondiale il Portogallo di Salazar rimase neutrale, diventando il salotto delle spie inglesi.
Qui, durante la seconda guerra mondiale erano di casa le spie inglesi "alla 007"
DA CASCAIS ALLA PRAIA DO GUINCHO
La sua anima è quella di un villaggio di pescatori, con un porto e sul promontorio un castello. Nel terremoto del 1755 Cascais come Lisbona fu colpita duramente, ma l’800 restituì i danni pagando gli interessi. Cascais diventò la residenza balneare dei reali e degli aristocratici lisbonesi, che furono via via emulati dalla borghesia crescente. Ora il centro storico pullula di locali, ristoranti, caffè e negozi chic, ma se si va al mercato del pesce nelle ore pomeridiane si ritrova lo spirito autentico del luogo, con i pescherecci che rientrano in porto.
Se in auto si vuole fare una deviazione nell’entroterra, bastano 7 chilometri sulla Avenida de Sintra per raggiungere il villaggio di Alcabideche, dove si può entrare nel trecentesco convento di Penha Longa e i suoi giardini ornati di azulejos.
Il porto turistico di Cascais
Ora barra a ovest. Si torna sul litorale per seguire la sponda atlantica verso nord. Dopo Cabo Raso, punta sud-occidentale della regione dell’Estremadura, si godono alla guida 6 chilometri tra scogliere battute dal vento e dalla sabbia (moderate la velocità sempre) per raggiungere la Praia do Guincho, ampia, allungata ai piedi della Serra di Sintra e paradiso dei surfer e kitesurfer di mezzo mondo. Appena sopra si distende la Serra di Sintra, uno strapiombo mozzafiato schiaffeggiato dalle onde. Da qui la vista si apre fino allo sperone imponente di Cabo da Roca, sulla punta più a ovest del continente europeo.
Sulla via del ritorno, da Cabo da Roca all’aeroporto di Lisbona-Portela occorrono non più di un’ora d’auto; 46 chilometri da percorrere sulla Alameda das Comunidades Portuguesas nei suoi segmenti della N247; N 9-1; A5 ed E1. Non c'è proprio nessun motivo per non venire fin qui.
 
Le scogliere della Serra di Sintra e in fondo lo sperone di Cabo da Roca