Lo trovano disteso sul letto, nel suo ranch di Glen Ellen, in California, riverso su libri e carte su cui aveva lavorato fino a tarda notte, privo di quei sensi che forse erano stati sovraeccitati in quaranta folgoranti anni di vita.
Dopo un ultimo sguardo alla sua amata seconda moglie Charmian Kitteridge, che cercava disperatamente di rianimarlo, London lascia la terra dei vivi ed entra nella storia della letteratura. Cento anni fa moriva un grande avventuriero, nella vita e nelle lettere, John Griffith Chaney London (San Francisco 12 gennaio 1876 - Glen Ellen 22 novembre 1916). 
Pochi hanno avuto la costanza di avventurarsi nella lettura della sterminata produzione di Jack London, ma molti si sono trovati a luce fioca con la faccia incollata alle pagine di “Zanna Bianca”, “Il richiamo della Foresta” e “Martin Eden”, forse i tre romanzi che hanno segnato la svolta per un successo raggiunto dopo una vita tumultuosa. 
Raccogliamo la passione per i viaggi e per le parole rendendo correndo per qualche minuto sul filo delle pagine dei suoi immortali romanzi d’avventura.              
Il richiamo della Foresta (The call of the Wild, 1904)
“Non leggendo i giornali, Buck non poteva sapere quali guai si stessero preparando non solo per lui, ma per ogni cane allevato a resistere alle condizioni di quei ghiacciai, di muscolatura robusta e di caldo pelo lungo, dallo Stretto di Puget a San Diego. Questo perché gli uomini, brancolando nell’oscurità artica, avevano scovato un metallo giallo e le compagnie del piroscafo e di trasporto avevano diffuso la notizia e migliaia di uomini stavano correndo nelle Terre del Nord”.
Un lupo corre tra le nevi dell'Alaska   
Zanna Bianca (White Fang, 1906)
“Zanna Bianca continuò a saltare, girandosi e rigirandosi e scattando, per cercare di scuotere di dosso quel peso di venticinque chili, che gli stava attaccato alla gola (…). Zanna Bianca si fermò soltanto quando si sentì stremato. Non era riuscito a liberarsi da quella morsa e neanche aveva realizzato quale fosse il modo di intervenire; nella sua vasta esperienza di guerriero non si era mai trovato in una situazione simile”.
Un paesaggio fluviale nella regione dello Yukon
Martin Eden (Martin Eden, 1909)
“’E allora, a cosa serve un cervello?’, si domandò con passione. Qualsiasi cosa avessero fatto quei ragazzi, la poteva fare anche lui. Avevano studiato la vita sui libri mentre lui era stato occupato a viverla, la vita. Il suo cervello era altrettanto pieno di conoscenze del loro, anche se si trattava di un tipo diverso di conoscenze. Quanti di loro avrebbero saputo annodare una cima o tenere un timone o stare di vedetta? La sua vita si dispiegò davanti ai suoi occhi in una serie di immagini di pericoli e sfide e privazioni e fatiche. Si ricordò delle difficoltà e dei fallimenti che aveva incontrato nel suo corso di studi. A ogni modo, nulla era andato perso.”
Il porto commerciale di Oakland
JACK LONDON SUL WEB
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LE CELEBRAZIONI AL TEATRO MIELA DI TRIESTE
Dal 22 al 24 novembre il Teatro Miela di Trieste celebra lo scrittore con tre spettacoli originali e con gli interventi di autori che a lui si sono ispirati. Su tutti Marco Paolini, con la sua "Ballata di uomini e cani".
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