Fabrizio Ardito, autore di numerose guide Touring, camminerà per 30-35 giorni sulla meno conosciuta delle vie che portano a Santiago di Compostela, la Via de la Plata. Per tutto aprile troverete su questo sito il racconto in diretta del suo viaggio. Seguiteci numerosi!

Introduzione - In cammino verso Santiago di Compostela, sulla Via de la Plata
Tappe 1 e 2 - Da Merida a Aljiucén, da Aljiucén a Alcuéscar
Tappe 3 e 4 - Da Alcuescar a Valdesalor, da Valdesalor a Casar de Caceres
Tappe 5, 6 e 7 - Da Casar de Caceres a Canaveral, da Canaveral a Riolobos, da Riolobos a Carcaboso
Tappe 8, 9 e 10 - Da Carcaboso all'Hostal Asturias, dall'Hostal Asturias a Baños de Montemayor, da Baños de Montemayor a Fuenterroble de Salvatierra
Tappe 11 e 12 - Da Fuenterroble de Salvatierra a Merille, da Merille a Salamanca
Tappe 13, 14  e 15 - Da Salamanca a El Cubo del Vino, da El Cubo del Vino a Villanueva de Campean, da Villanueva de Campean a Zamora
Tappe 16, 17 e 18 - Da Zamora a Montamarta, da Montamarta a Granja de Moreruela, da Granja de Moreruela a Benavente
Tappe 19, 20 e 21 - Da Benavente a Alija del Infantado, da Alija del Infantado a La Baneza, da La Baneza ad Astorga

Tappe 22, 23 e 24 - Da Astorga a Foncebadon, da Foncebadon a Molinaseca, da Molinaseca a Ponferrada

 

La mattina, nella Spagna occidentale, fa luce molto tardi. Anche perché l’ora ufficiale è la stessa dell’Italia, nonostante il fatto che ci troviamo decisamente più a occidente. Sembra che questa stranezza geografica sia stata voluta dal lungimirante Francisco Franco, che ci teneva ad avere, per motivi “militari” lo stesso orario della Berlino capitale del suo amato Reich. Così, quando alle 7,30 esco dall’albergue dei padres di Alcuéscar, diretto verso le tostadas del bar più vicino, nel cielo che sta appena iniziando a schiarire ci sono ancora le stelle.

Mentre guardo le previsioni, sorseggio il tè e spalmo burro e marmellata sulle mie fettone di pane abbrustolito, mi viene da pensare a quante sono le persone, a quest’ora di questo stesso giorno, che si stanno accingendo alla loro giornata di cammino lungo una delle tante vie che portano a Santiago. Tempo fa, credo su Facebook, era apparsa una strabiliante animazione che mostrava come dei puntini luminosi tutti gli aerei in volo sull’Europa. Che, poco alla volta, si spostavano verso la meta. Mi viene in mente che sarebbe meraviglioso immaginare una pianta della Spagna su cui si muovono, molto lentamente, centinaia di pallini, ognuno con i suoi doloretti, i piedi gonfi e le mille preoccupazioni dei moderni camminatori, alla volta della piazza della cattedrale di Santiago.

IL CALDO DELL'ESTREMADURA

Poi, come è giusto, viene l’ora di smettere di rimandare la partenza, e mi avvio. Il sole che sorge fa alzare un po’ di nebbia dalle mille pozze lasciate dalla pioggia dei giorni scorsi poi, arrivando alle poche costruzioni di Casas de Don Antonio, s’incontra il primo ponte antico della giornata, nel luogo dove le cartografie del passato indicavano una stazione di posta romana. Poco più avanti, la via dell’impero inizia a dominare la giornata: a una serie di miliari (di cui uno, il povero miliario correo, è stato trasformato in una cassetta per le lettere) segue il ponte di Santiago, d’epoca romana.

Oltrepassata anche Aldea del Cano, dove si può avere l’emozione di bere un caffè nel bar della stazione di servizio, il paesaggio non cambia.

Si cammina in una specie di deserto con rari arbusti e bestiame al pascolo, seguendo un vecchio tratturo che segue il percorso della Via de la Plata. Fino a che, con una certa apprensione, si attraversa la pista di un piccolo aeroporto in disuso, con le porte arrugginite degli hangar che cigolano nel vento, che sembra uscita da un film di spionaggio.
 

Dopo una piana di una decina di chilometri, le case di Valdesalor appaiono di colpo, con un piccolo albergue pubblico segnalato dallo sventolare dei bucati di chi mi ha preceduto. Il paese sembra abbandonato, sotto al sole bollente delle 3 del pomeriggio, e viene da pensare a quali temperature si raggiungono in estate da queste parti.

L’unico modo per saperlo è chiedere, e Maria, la giovane barista tuttofare della Associacion de la Tercera Edad (proprio davanti al campanile con la sua cicogna d’ordinanza) scuote la testa: “42, talvolta 45. Qui in estate prima delle 6 di sera nessuno mette il naso fuori da casa…” Poi però, con l’avanzare della giornata, il paesino agricolo si anima: le donne a messa e gli uomini tutti da Maria, a guardare lo sport alla TV o a giocare a carte (briscola, soprattutto).

L'ARRIVO A CACERES

La mattina seguente ci sono le stelle, ci sono le tostadas di Maria e c’è anche una tramontana fortissima che porta la temperatura percepita, come ci tiene a sottolineare un preciso peregrino svizzero, a 2 gradi. Parto infagottato con tutto quello che ho, ma poco a poco il sole inizia a scaldare, così come la salita verso un colle a 495 metri, che ci permette di affacciarci verso Càceres. La città è abbastanza grande, e come sempre in questi casi attraversare la periferia ci riporta di colpo tra macchine, schiamazzare di bambini, semafori e altre diavolerie moderne.

Ma il centro storico, in cima a una bella salita, vale la fatica fatta. Palazzi rinascimentali, chiese e mura, poi il fantastico affaccio sulla Plaza Mayor, cuore della città Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco. La decisione più difficile da affrontare, insieme ai miei colleghi (uno americano e uno irlandese) è a quale bar sederci per il caffè: sulla spettacolare piazza ne contiamo almeno sette.

Più in alto (ahimè: scalini da salire) la Cocattedrale di Santa Maria la Mayor ci accoglie con la sua penombra gotica, con il magnifico retablo di legno scuro e con le tristi e solenni note di Amazing Grace, e il sacrestano ci consiglia la salita sulla torre campanaria da cui, più in là del rosso delle costruzioni antiche e del bianco delle case più moderne, si estende senza limiti la stessa brulla prateria senza fine dove dovremo scendere tra poco.

Ancora una dozzina di chilometri, con le sagome di montagne innevate che non so esattamente dove siano verso est, mancano per il paesone agricolo di Casar de Caceres, celebre per la sua piccola plaza de toros, il suo museo del formaggio e il suo piccolo albergue sulla piazza più antica. Con l’aria così tersa, la meta sembra a portata di mano, ma non si arriva mai: camminiamo ognuno per sé, cercando di non pensare ai passi, ai minuti e alle ore che passano. In fondo, siamo venuti fin qui anche (soprattutto?) per questo. Nell’ostello le docce eruttano acqua fin sotto i letti, una campana fessa sull’Ayuntamiento suona ogni quarto d’ora e dove è severamente vietato stendere i panni per non guastare (giustamente) l’aspetto della piazzetta, con un disordinato diluvio di panni e mutande colorate.

 
INFORMAZIONI
Touring Club Italiano ha pubblicato tre volumi sul Cammino di Santiago:

- la nuova Guida verde "Il cammino di Santiago" (edizione 2015), con oltre 100 immagini, la cartografia Touring con il consueto dettaglio e 670 indirizzi utili; 

il taccuino "Il cammino di Santiago", compagno ideale di viaggio, su cui controllare la via di ogni giorno e dove scrivere note, pensieri, telefoni e ricette.

- il libro "Peregrinos" di Fabrizio Ardito, racconto del cammino in 33 giorni lungo il Cammino di Santiago nella sua versione più celebre, quella che parte dai Pirenei e attraversa il nord della Spagna.

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