Quest'articolo è frutto della partnership tra Touring Club Italiano e Sorgenia, la prima "green-tech energy company" italiana. 
Touring e Sorgenia lavorano insieme, forti della convinzione che l’innovazione tecnologica e un nuovo modo di vivere l’energia siano strumenti fondamentali per tutelare l’ambiente e costruire un futuro migliore. Sorgenia affianca l’associazione nell'iniziativa Aperti per Voi, offrendo sconti e agevolazioni riservati ai soci Touring e agli utenti registrati a questo sito: per maggiori info basta cliccare qui

 
 

Testo di Matteo Ceroti
Responsabile dello sviluppo dei progetti sulle energie rinnovabili di Sorgenia
Secondo la comunità scientifica il riscaldamento del globo è una diretta conseguenza dell’attività umana e delle crescenti emissioni nell’atmosfera di gas serra. Gli effetti sono ormai visibili a occhio nudo. La scienza si è posta quale obiettivo una riduzione drastica delle emissioni per raggiungere la neutralità carbonica entro il 2050. E lo strumento più potente a disposizione è offerto dalle fonti rinnovabili. Ecco perché sono centrali per combattere i cambiamenti climatici e l’Europa in questo ambito è molto virtuosa.

Il Green Deal europeo prevede una tabella di marcia precisa che punta su due elementi: la neutralità carbonica (non si devono generare emissioni nette di gas a effetto serra) e il cosiddetto “decoupling”, ovvero rompere il collegamento a oggi ancora intrinseco tra crescita economica e danni o pressioni ambientali. L’Italia, per ciò che riguarda le energie rinnovabili, è tra i grandi Paesi dell’Unione europea che hanno superato l’obiettivo 2020 del 17% di penetrazione nei consumi finali lordi di energia. Siamo arrivati quasi al 18 e possiamo esserne un po’ orgogliosi.

Dal 2009 in poi lo sviluppo delle rinnovabili nel nostro Paese è stato molto significativo e ha portato il peso pro-capite di CO2 per abitante sotto la media europea. Nel settore elettrico oggi possiamo contare su numeri di tutto rispetto. In Italia il 39% della produzione arriva da fonti rinnovabili. La parte del leone la fa l’idroelettrico con il 39%: seguono il fotovoltaico con quasi il 22%, l’eolico al 18, le biomasse al 15 e la geotermia con il 5%.

L’innovazione tecnologica sarà la leva fondamentale per centrare i prossimi obiettivi. È il caso del solare fotovoltaico, settore in cui si stanno facendo passi da gigante. Siamo in grado di inseguire il sole durante il giorno, massimizzando la capacità produttiva a parità di superficie occupata. Si è passati da moduli fotovoltaici con capacità di picco di 200 watt a valori di oltre 600 watt. Poi ci sono i moduli bifacciali, che sfruttano l’effetto di riflessione della radiazione solare sul terreno, e quelli galleggianti.

Questo avanzamento tecnologico coinvolge tutte le fonti rinnovabili: nell’eolico siamo arrivati ad altezze delle pale molto rilevanti e siamo in grado di creare impianti eolici offshore. Un’altra buona notizia è che cresce l’efficienza anche nella fase di produzione di queste tecnologie, diminuendone l’impronta di carbonio. Una conferma del fatto che la transizione energetica si dimostra comunque un’opportunità: infatti gli investimenti necessari a compierla porteranno alla creazione di una nuova filiera produttiva.

 

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