Bottiglie e vasi ritratti su sfondi anonimi, oppure paesaggi disabitati: il mondo ritratto da Giorgio Morandi, pittore che nel 1934 fu proclamato come il più grande artista italiano vivente, è essenziale e scarno, in una ricerca artistica e riflessiva che si interroga su quello che è la sostanza immutabile dell'esistenza.
A Bologna il Mambo (Museo arte moderna Bologna) ospita il Museo Morandi, uno dei pochi allestimenti in Italia dedicato a un solo artista. La collezione comprende 62 dipinti, 18 acquerelli, 92 disegni e 78 acqueforti che documentano tutte le tematiche e i periodi dell'attività morandiana, estesa dal 1907, dagli studi presso l'Accademia di belle arti di Bologna, fino al 1964, anno della scomparsa.


IL MUSEO MORANDI
Sporadica, nel mondo dell'artista, la presenza umana, sostituita da oggetti quotidiani senza tempo come brocche, vasi e bicchieri. Altri temi sono mazzi di fiori e paesaggi, e questa ristretta rosa di motivi si ritrova in tutte le tecniche artistiche sperimentate da Morandi, dall'acquerello al disegno, così come nelle incisioni. Molto unitaria anche la scelta coloristica, che predilige le tinte spente e la compostezza cromatica.
I critici parlano di composizioni geometriche molto studiate nella disposizione degli oggetti. La nostra prima impressione però è stata quella di una riproposta in chiave moderna delle nature morte tanto in voga nel Seicento, di cui il "Canestro di frutta" di Caravaggio è forse l'esempio più alto. Ma qui non ci sono né frutti né animali morti e nemmeno virtuosismi nella rappresentazione di stoviglie in vetro o in metallo: spesso l'artista rinuncia anche a riprodurre le ombre.


LE OPERE, LA VITA
Nella loro tendenza alla semplificazione della forma le opere di Morandi si ricollegano infatti in modo ideale a quelle dei quattrocenteschi toscani Paolo Uccello e Piero della Francesca e dell'impressionista Cezanne, in una rappresentazione delle forme quanto più geometrica possibile. Oggetti, case e paesaggi sono ritratti cercando di eliminare qualsiasi fronzolo, qualsiasi dettaglio utile a datarne l'esistenza, in una ricerca di ciò che esiste, è sempre esistito e sempre sarà.
Morandi aveva 24 anni allo scoppio della Prima guerra mondiale e 49 a quello della Seconda, ma le sue opere non riportano battaglie, eccidi o catastrofi di nessun genere. Assente anche qualsiasi citazione alla vita politica e alla ripresa economica del secondo dopoguerra italiano, nella sua rincorsa alla modernizzazione e al benessere. Ecco allora perché il mondo dell'artista, popolato solo da brocche, fiori e paesaggi, ci ha fatto riflettere su quello che può essere la vita in qualsiasi epoca, in qualsiasi luogo e in qualsiasi circostanza. E su come potrebbe essere definita la personalità di ciascuno di noi se fosse privata da oggetti, affetti e magari anche dalle sicurezze che fanno parte del nostro quotidiano.


LA CASA DI MORANDI E IL MAMBO
A Bologna è visitabile anche la casa di Morandi, in cui l'artista ha abitato per la maggior parte della sua vita, in cui sono conservati i suoi strumenti di lavoro: acquistata dall'amministrazione comunale, presenta gli ambienti familiari e contiene fotografie, libri e altra documentazione.

Consigliabile però anche una visita al Mambo, che ospita il Museo Morandi dal 2012 in seguito ai danni sismici subiti dalla sede originaria: nella collezione moderna sono infatti presenti opere di artisti quali Marina Abramovic, Maurizio Cattelan e Vanessa Beecroft.

INFORMAZIONI 
Mambo (Museo arte moderna Bologna) e Museo Morandi
via Don Minzoni 14 (autobus linee 21, 30, 33 e 35), Bologna
Apertura martedì, mercoledì e venerdì dalle 12 alle 18, giovedì, sabato e domenica dalle 12 alle 20
Ingresso 6 euro, ridotto soci Touring 4 euro.
Internet: www.mambo-bologna.org