“War, Capitalism & Liberty”, questo il titolo della mostra che inaugura il 24 maggio a Palazzo Cipolla a Roma (fino al 4 settembre) dedicata alla opere di Banksy, lo street artist più misterioso e famoso del mondo. Organizzata da Museo Fondazione Roma (da un'idea del suo presidente Emanuele Emmanuele) e da Fondazione Terzo Pilastro, e a cura di Stefano Antonelli e Francesca Mezzano in collaborazione con Andipa Gallery di Londra, la retrospettiva comprende 150 opere provenienti tutte da collezioni private e non “strappate” dai muri. Una prima volta per l'Italia che, è facilmente prevedibile, si trasformerà in un successo.

 

 

IL MISTERO RIMANE

La fama di Banksy va di pari passo con il mistero che lo circonda. I bene informati dicono che sia di Bristol perché è da qui che ha mosso i suoi primi passi nel mondo della street art, tra graffiti e stencil. Certo è che le sue opere ne hanno fatta di strada e oggi sono decine in tutto il mondo. Oltre alla tecnica realizzativa hanno in comune la forte connotazione politica e sociale, spesso condita da sarcasmo e denuncia. L'arte per stupire, far sorridere, ma anche pensare.

 

 

I suoi interventi urbani sono provocazioni, denunce, che hanno lasciato un segno sul muro che corre lungo la striscia di Gaza, come a Calais, dove c'è il grande campo profughi in attesa di sapere quale sarà il loro destino. In passato lo stesso Banksy ha organizzato alcune mostre show, nel 2000 e nel 2009 a Bristol e una nel 2006 a Los Angeles, mentre nel 2013 ha venduto le sue tele in una bancarella di New York a 60 dollari.

 

 

Il progetto più recente è Dismaland, nel 2015, un parco dei NON divertimenti a Weston-super-Mare nel Somerset. In ogni caso sono stati successi planetari e anche la mostra di Roma si preannuncia riuscita. Chi sa che l'artista britannico non decida anche di palesarsi per uno dei suoi interventi estemporanei nella capitale.

 

 

Info: fondazioneromamuseo.it. Biglietto ridotto (8 euro invece di 12) per i soci Tci.