Gino Cervi, scrittore e giornalista, è autore di volumi di storia dello sport e curatore di guide turistiche (tra cui molte del Touring Club Italiano). Cultore di storia del ciclismo e di letteratura di viaggio, ci racconta storie di bicicletta, a partire dal Giro d'Italia 2016. Le foto della notizia sono di Claudio Peri/Ansa.

Il Giro ha lasciato ieri l'Olanda, dopo il prologo a cronometro di venerdì e le prime due tappe in linea del weekend. Oggi i “girini”, come le cicogne, volano verso sud e atterrano in Calabria: domani mattina la Corsa rosa comincia a risalire la penisola. Dopo Apeldoorn, il Giro ha disegnato una farfalla, una losanga tra le due città di Arnhem e Nijmegen, partenza e arrivo, e poi arrivo e partenza delle due tappe di sabato e domenica. Anche i tulipani si sono tinti di rosa.


 
I BATAVI AL CONFINE
Nijmegen, nota anche in italiano come Nimega, è la città più antica dell'Olanda
A Nimega c'era un castrum romano. Si chiamava Noviomagus Batavorum perché erano di stanza le truppe ausiliarie dei Batavi. I Batavi erano tribù germaniche che si misero al servizio dei Romani: gente tosta, abili cavalieri, tagliata per la guerra. I Romani se ne servivano per tenere a bada altre tribù germaniche, che fin dalla fine del I sec. a. C. premevano al di là del limes, più o meno tracciato dal basso corso del Reno. Poi un giorno i Batavi si stufarono di obbedire e per un paio d'anni fecero vedere i sorci verdi alla Roma imperiale, peraltro dilaniata dalla guerra civile nel'anno dei quattro imperatori che si contendevano il potere (68-69 d.C.).

La rivolta dei Batavi è raccontata da Tacito nelle pagine delle Historiae e divenne per gli olandesi un simbolo delle loro antiche radici nazionali: nel bel mezzo del “secol d'oro”, quando, dopo aver ottenuto la propria indipendenza dalla Spagna e dal Sacro Romano Impero, le Province Unite dei Paesi Bassi erano ormai una potenza europea e il grande Rembrandt (1661-62) dedicò una grande tela al cosiddetto Giuramento dei Batavi (oggi conservato al Nationalmuseum di Stoccolma), dove si vede raffigurato Giulio Civile, il principe batavo dal nome latino, chiamare a giuramento i suoi fedeli prima della rivolta, come racconta proprio un passo di Tacito: «Ascoltato con viva approvazione, Civile stringe a sé tutti quanti col rito barbarico e con le formule d'imprecazione tradizionali» (Historiae, IV, 15). Alla fine, ma con gran fatica, i Batavi vennero ridotti dai romani alla ragione e tornarono a essere formidabili servitori dell'impero. Almeno fino a quando, due o tre secoli dopo, nulla poterono contro le nuove ondate barbariche dal nord e dall'est.


HEAVY METAL, HEAVY KITTEL 
Tom Dumoulin, maglia rosa dopo il primo e il secondo giorno, olandese nonostante il nome da generale napoleonico – anche se un olandese che si chiama Dumoulin è comunque un luogo comune – fa la fine del batavo al cospetto della prepotenza germanica di Kittel, che vince a Nimega e vince ad Arnhem, e che di nome fa Marcel. Altro finto francese.
 
Gli sprint di Kittel di sabato e domenica più che volate sono sembrate degli irresistibili, incontenibili, eruttivi assoli. Eruption, appunto. Roba da Eddie Van Halen, il chitarrista heavy metal che, guarda caso è nato proprio a Nimega, nel 1955 e che, nel 1972 ha fondato, col fratello Alex, il batterista, il famosissimo gruppo heavy metal.

EDDA VAN HEEMSTRA IN BICICLETTA
Per le vie di Arnhem, invece, tra il 1940 e il 1945, avremmo probabilmente visto pedalare una ragazzina dalla bellezza già singolarmente luminosa. Si faceva chiamare Edda van Heemstra: usava il cognome della madre per nascondere quello del padre, pericolosamente anglofono in quegli anni di occupazione nazista dell'Olanda. Edda era una ragazzina di dodici-tredici anni, frequentava il conservatorio della città e studiava danza per diventare una ballerina.

I primi spettacoli da ballerina li fece, clandestinamente, per raccogliere fondi a favore della resistenza antinazista: anni dopo, quando ormai famosa ricordava gli anni difficili della sua adolescenza olandese, ebbe a dire che il miglior pubblico che avesse mai avuto non faceva il minimo rumore alla fine di ogni spettacolo. La ragazzina Edda van Heemstra, che riscuoteva applausi silenziosi si chiamava Audrey Hepburn.


 
VAMOS A LA PRAIA
Il Giro ricomincia domani da Catanzaro. Vestito di rosa come un Hello Kittel, il valchirio Marcel punterà a vincere a anche a Praia a Mare, dove la tappa se passerà indenne alle pendenze di via del Fortino, a 10 km dall'arrivo, che toccano anche il 18%.