L’Italia? Bella e buona. Così la vedono i corrispondenti della stampa estera che da anni vivono nel nostro Paese e cui il giornalista olandese Maarten van Aalderen ha dato voce nel libro Il Bello dell’Italia, di Albeggi edizioni. Una vera e propria dichiarazione d’amore lunga 152 pagine. Racchiuse in una copertina verde speranza in cui un Icaro “dolorante”, scelto con accuratezza dall’editore, cerca di sollevarsi. Per ricominciare il volo. A dispetto dei gufi e degli autolesionisti che continuano a dire peste e corna del BelPaese, forse inconsapevoli del fatto che, così facendo, creano voragini di cupezza e negatività deleterie per la costruzione di un nuovo benessere sociale.

IL CANTO CORALE DI 25 GIORNALISTI
Il libro, presentato a Roma alla presenza del ministro del Mibact Dario Franceschini nelle sede dell’associazione della stampa di cui Maarten è presidente, è il canto corale di 25 giornalisti (13 donne e 12 uomini distribuiti nei cinque continenti così da rappresentare le diverse mentalità e i diversi modo di vedere l’Italia) che esaltano la bellezza artistica, naturale e umana  di cui il nostro Paese è intriso. È su queste forze che si deve puntare per la ripresa perché, dice l’autore, “Il giudizio estero non può essere ridotto al rating di qualche potente agenzia che controlla i conti, o dal severo giudizio di un Capo di Governo straniero. L’Italia e l’immagine dell’Italia nel mondo, per la verità e per fortuna, sono molto più di questo. Sono convinto che chi non vede nulla di buono nell’Italia deve cambiare occhiali, oppure Paese”.
 

RISCOPRIAMO IL NOSTRO PAESE
La cascata di commenti ed emozioni dei corrispondenti dei principali mass media del pianeta è trascinante e divertente. Ed è soprattutto utile a farci aprire gli occhi e i sensi per una riscoperta delle strade, dei quartieri, delle piazze e di tutto quel mondo che viviamo e percorriamo ogni giorno, spesso a testa bassa. Il giornalista tedesco Udo Gümpel ad esempio è colpito dalla capacità degli italiani di tirarsi fuori, con grande creatività e fantasia, dalle situazioni più disastrose. Gli fanno eco la collega brasiliana Gina de Azevedo Marques, che ama la capacità degli italiani di sapersi prendere in giro, e la turca Esma Cakir, che fa l’elogio della convivialità a tavola. A proposito di tavola, lo spagnolo Rossend Domènech si lancia in un appassionato racconto dell’esperienza di Slow Food, mentre il finlandese Petri Burtsov loda Eataly, a suo avviso un biglietto da visita importantissimo per l’Italia. La giornalista americana Monica Larner cita il vino come indiscusso patrimonio di prodotti e talenti: tremila qualità di uva, di cui settecento sono ufficialmente registrate. Nessun altro Paese del mondo ne può vantare così tante. La russa Elena Pouchkarskaia ha studiato a fondo il marchio Loro Piana, la capacità di durare dei suoi prodotti e la visione del suo artefice che considera il pensiero, la capacità di creare, lo spirito innovativo, vero e proprio petrolio per l’Italia. La giornalista algerina Nacéra Benali è colpita dal senso di solidarietà che caratterizza gli italiani e dalla forte presenza di volontariato su tutto il territorio. La segue la giornalista romena Mihaela Iordache che ricorda l’impegno della Comunità di Sant’Egidio come buon esempio delle qualità italiane.

NON È VERO CHE SIAMO IRRILEVANTI
L’israeliana Sivan Kotler ritiene che l’istruzione, spesso molto criticata da tutti, mostri in realtà segni di miglioramento; l’iraniano Hamid Masoumi Nejad afferma che malgrado l’importanza politica ed economica di altre lingue, il numero di persone che studia l’italiano cresce continuamente anche in Paesi che non hanno conosciuto l’immigrazione italiana. La polacca Agnieszka Zakrzewicz sostiene l’arte contemporanea, di cui è grande esperta e appassionata mentre la colombiana Carmen Cordoba difende il cinema contemporaneo italiano. Ma non sono solo i film italiani a essere visti e apprezzati all’estero: il giornalista cinese Ma Sai dice che ci sono centocinquanta milioni di tifosi del Milan in Cina; la canadese Megan Williams è rimasta affascinata dalla storia di Roma, così come l’australiana Josephine McKenna, rapita dai tesori nascosti nella capitale, siti bellissimi che pochi conoscono perché fuori dai circuiti turistici consueti, come la Garbatella che l’olandese Sarah Venema poeticamente porta all’attenzione del mondo.

NON SOLO ROMA
Ma non solo di Roma vive l’Italia: lo svedese Peter Loewe è legato a  Stromboli. Appassionato del cinema italiano, si è innamorato dell’isola dove la sua connazionale Ingrid Bergman, protagonista dell’omonimo film di Rossellini, era diventata famosa e aveva vissuto la sua storia d’amore con il regista; il danese Jesper Storgaard Jensen preferisce invece Pantelleria: un’isola dura, ma proprio per questo molto interessante, perché te la devi guadagnare. Ai luoghi del cuore raccontati da Il bello dell’Italia si aggiunge quello dell’autore, sposato da 23 anni (e non c’era dubbio) con una toscana, di origini calabresi. “Napoli è una città che è stata schiacciata dall’immagine della camorra e della delinquenza, invece è meravigliosa e deve essere conosciuta e visitata per i suoi inestimabili gioielli d’arte e architettura”.

E ALLORA?
C’è però un unico neo in tutto questo. Perché sono sempre gli  stranieri a dirci che l’Italia è la terra fra le più belle del mondo? Per una volta, seppur timidamente, potremo unirci a questo coro condividendone l’entusiasmo e l’incanto. Voi che ne pensate?
 
Il sito di Albeggi edizioni: www.albeggiedizioni.com.