Quando si parla di vichinghi ci si immagina  uomini alti, con folte barbe rosse che indossano cappelli ornati di corna. Fanno fatte però alcune precisazioni: che fossero tanto alti non è poi così sicuro, che avessero la barba rossa può darsi (almeno qualcuno) ma il fatto che indossassero elmi con le corna è pura invenzione. Quello che è certo è che i vichinghi furono ottimi navigatori, scaltri commercianti e feroci guerrieri, capaci di progettare innovative barche e accumulare enormi tesori che, dal 6 marzo al 22 giugno, è possibile ammirare nella mostra “Vikings: life and legend”, nella Sainsbury Exhibition Gallery, la nuova ala del British Museum di Londra. La mostra, frutto del lavoro congiunto di tre istituzioni (British Museum, National Museum of Denmark e gli Staatliche Museen di Berlino), si focalizza sull’epopea vichinga dalla fine dell’VIII secolo fino ai primi dell’XI secolo.
 

LA GRANDE NAVE. Il pezzo forte della mostra “Vikings: life and legend” è l’esposizione della più grande nave da guerra vichinga mai trovata (foto nella gallery). È datata  1025 d.C. e il suo scafo raggiunge i 37 metri. Il reperto, proveniente da Roskilde in Danimarca è la prova più evidente della grande abilità dei vichinghi nell’ingegneria navale, che ha permesso loro di viaggiare fino alle coste della Groenlandia.
 

IL TESORO DELLA VALLE DI YORK. Seicentodiciassette monete, sei bracciali oltre a un mucchio di lingotti d’oro e d’argento. Rinvenuto nel 2007 presso la città inglese di Harrogate, costituisce una testimonianza tangibile delle ricchezze accumulate dai vichinghi con le loro razzie ma anche grazie ad innegabili doti nel commercio. Si tratta del più grande tesoro vichingo mai scoperto, che i visitatori di “Vikings: life and legend” possono ammirare insieme a una parte del tesoro di Cuerdale, ritrovato nel 1840 che, prima del rinvenimento di Harrogate, poteva fregiarsi del titolo di maggiore tesoro vichingo mai portato alla luce in Gran Bretagna. Ciò che colpisce di questi reperti non è solo l’immenso valore dei preziosi ma il fatto che gli oggetti provengono da luoghi lontani e diversi tra loro come Afghanistan, Uzbekistan, Samarcanda, Europa, Africa del nord e Russia. La degna eredità di questi guerrieri che si sono spinti fino ai confini del mondo.
 

Info: www.britishmuseum.org