L’11 dicembre 2016 è una data che resterà scolpita nella storia del trasporto del Vecchio Continente. Il 1871 è entrato negli annali per l’apertura del traforo del Frejus, primo tunnel ferroviario attraverso le Alpi: 145 anni dopo l’avvio dell’esercizio nella galleria di base del San Gottardo in Svizzera segna l’ingresso del trasporto su rotaia in una nuova era, caratterizzata da uso massiccio della tecnologia e grande attenzione alla sostenibilità ambientale.
Il treno inaugurale pronto alla partenza.
MEZZ’ORA DI VIAGGIO IN MENO
Domenica 11 dicembre, in occasione del passaggio all’orario invernale, dopo 17 anni di lavori si apre al traffico la galleria di base del San Gottardo, lunga 57,1 chilometri con imbocco dal lato ticinese a Bodio e uscita settentrionale a Erstfeld, 600 metri di quota più in basso rispetto allo storico tunnel del 1882. La vecchia ferrovia coi suoi tunnel elicoidali realizzati per guadagnare quota si trasforma nella “Linea panoramica del Gottardo”. E lungo la direttrice Basilea-Chiasso, che taglia da nord a sud le Alpi, i treni impiegano una buona mezz’ora in meno. Giusto per fare un esempio, l’Eurocity Milano-Zurigo dall’11 dicembre abbrevia la percorrenza da 4 ore e 5 minuti a 3 ore e 26. Risultato che migliorerà ancora di altri 20-30 minuti nel 2020, con il completamento del traforo del Monte Ceneri.
Ma sa un po’ di beffa per i viaggiatori italiani, visto che in questi anni Trenitalia ha cancellato tutti i treni internazionali a lunga percorrenza, lasciando sopravvivere solo gli Eurocity verso Ginevra, Zurigo e Basilea… Si può solo sperare che la nuova galleria, combinata con lo sviluppo dell’alta velocità italiana, porti consiglio. A Trenitalia o a ItaloTreno.
Una corsa di prova nella nuova galleria di base del San Gottardo.

TECNOLOGIA A PIENE MANI
Il nuovo traforo alpino è il tunnel ferroviario più lungo al mondo e, data la quota massima di 549 metri sul livello del mare scelta dai progettisti, è anche il più profondo: il massiccio roccioso in cui è scavato arriva a sovrastare il complesso di 152 chilometri di gallerie che lo compone per la bellezza di 2.300 metri, profondità cui giungono poche miniere nel mondo; in mancanza di ventilazione la temperatura media al suo interno raggiungerebbe i 46 °C. Realizzata da quattro frese semoventi lunghe 400 metri e della potenza di 5 Megawatt, la galleria a doppia canna è costata poco meno di 9 miliardi di euro e vanta un ulteriore primato nel fatto di essere la prima senza semafori. I treni in transito, con velocità fino a 250 km/h per i convogli passeggeri, sono monitorati in tempo reale da un supercomputer che si trova a Pollegio nei pressi dell’ingresso meridionale e si interfaccia via wifi coi locomotori, rendendo inutili le segnalazioni luminose. Sistema peraltro compatibile con quelli già in uso, evitando quindi – diversamente dal tunnel sotto la Manica – che possano circolare nelle gallerie solo locomotori predisposti ad hoc. Per garantire la massima sicurezza, inoltre, è garantita la piena copertura di rete per i telefoni mobili lungo tutto il percorso e sono state realizzate due stazioni sotterranee intermedie (Faido e Sedrun) che in caso di emergenza consentono ai convogli di cambiare binario o di evacuare i passeggeri.

L'imbocco meridionale del tunnel a Bodio, in Canton Ticino.
L’ATTENZIONE PER L’AMBIENTE
La nuova galleria di base del San Gottardo è la maglia fondamentale del più ampio progetto Alp Transit, messo in campo dalla Svizzera a partire dal 1992 per far sì che la maggiore quantità possibile delle merci in transito lungo la direttrice Basilea-Chiasso viaggiasse su rotaia. Un progetto che ha come obiettivo tutelare la qualità dell’ambiente alpino: giusto per fare un esempio, parte dei 28 milioni di tonnellate di rocce provenienti dallo scavo è stata usate per riqualificare la sponda meridionale del lago di Uri, braccio meridionale del lago dei Quattro Cantoni. La strategia sta ottenendo risultati significativi. Già nel primo semestre del 2016 il numero dei camion lungo l’autostrada che corre parallela ai binari è sceso sotto il mezzo milione di unità e la percentuale di merci avviate per ferrovia ha superato il 70 per cento. Grazie alle minori pendenze e alla più elevata velocità di percorrenza della nuova galleria di base il numero dei treni merci potrà salire da 160 fino a 260 al giorno nonostante il peso complessivo dei convogli possa crescere da 1.500 a 3.600 tonnellate. Un flusso colossale di semirimorchi e container che attraverserà la Svizzera – e poi il nostro Paese – con un impatto ambientale enormemente più basso rispetto al trasporto su strada.
Al completamento dell’itinerario nel 2020 le nuove gallerie permetteranno il transito su rotaia di camion e contenitori alti fino a quattro metri dalla Germania e dai porti dell’Atlantico fino alla Pianura Padana (terminal intermodale di Busto Arsizio), ma ci sono tecnici che ipotizzano di prolungare la corsa di questi supertreni merci lungo l’Adriatico fino a Bari. Una vera boccata d’ossigeno per le Alpi.

Un treno merci imbocca da nord la galleria a Erstfeld.