Se i saloni dell'auto fossero match di boxe, si potrebbe dire che a Ginevra l'Europa batte l'Oriente per KO tecnico. Perché al Salon de l'Auto 2014 che si apre domani al Palexpo della città sul confine franco-elvetico gli unici a portare un vento di novità sono i costruttori europei. Magari non sempre ci riescono al meglio, come mette in luce la terza serie della citycar Renault Twingo, obiettivamente difficile da giudicare con serenità: è peggio il design da Fiat 500 a quattro porte o la scelta di piazzare il motore dietro ma lasciare il cofano anteriore inutilizzabile tra serbatoi e radiatori?

Onore comunque ai tecnici Renault che perlomeno ci hanno provato: negli stand di Honda, Toyota, Subaru, Suzuki, Lexus, Kia e Hyundai regna la stessa ripetitiva tristezza che suscitano quelli di Opel, Fiat e Lancia, a meno che non ci si emozioni per il baffo cromato, il faro a led, la scritta “cross” in più, utilizzati per ringiovanire modelli arcinoti. A voler essere generosi suscita un brivido il restyling della citycar Toyota Aygo, non foss'altro che per i colori insoliti (specie per Toyota) disponibili sulle versioni personalizzate. Ma anche lì resta lontana le mille miglia l'idea di disporre di una versione ibrida che, sì, davvero vorrebbe dire innovazione in questo segmento.

Venti di novità, e frizzanti, negli altri stand dei grandi marchi europei. Perfino Chrysler, la sorella americana di Fiat, col marchio Jeep fa debuttare due 4x4 dai nomi evocativi: un elegante Cherokee più votato alla città che al fuoristrada, una compatta Renegade che punta la cuore di chi vuole mezzi alti e a quattro ruote motrici, ma deve fare i conti con le strade di montagna europee, magari del nostro Appennino. Chrysler compensa così la noia che ispira la rinnovata Ford Focus: il marchio dell'ovale va meglio di Opel, ma la zavorra americana si fa sentire in fatto di innovazione e a Colonia si fa quel che si può.

Linee eleganti e idee formali azzeccate, tutte made in France, per la rinnovata versione familiare della Peugeot 308, che sottolinea la vittoria del titolo Auto dell'anno con un propulsore diesel dai valori di consumi ed emissioni davvero ridotti. Molta curiosità in casa dei cugini Citroen per la C4 Cactus, una vettura coraggiosa progettata col motto “qualità a prezzi abbordabili”: se l'idea è vincente, lo decreteranno i clienti. Ma anche qui, onore al merito di chi ci ha provato. Ragionamento identico, in ben altra fascia di prezzo, per le novità di casa Mercedes: molti hanno storto il naso davanti alla coda della nuova S-Klasse Coupé e altrettanti si sono chiesti quanti acquirenti troverà il nuovo lussuosissimo (e caro di conseguenza) minibus della V-Klasse che sostituisce il Viano. Al mercato il giudizio finale.

Nessun dubbio, invece, né per lo strepitoso design della concept coupé Alfieri, geniale espressione di made in Italy proposta da Maserati, né per la coupé-spider Ferrari California T che porta al debutto una nuova generazione di motori turbo. Insolite, ma significative, le parole di Luca di Montezemolo: “anche quest'anno ci fermeremo a settemila auto prodotte. Non perché i clienti non ce le chiedano, ma perché le Ferrari sono e devono restare vetture esclusive”. Un'autentica mattonata lanciata contro le vetrine del vicino stand di Porsche che, invece, modello su modello, macina numeri sempre più elevati, fingendo di ignorare la stizza dei clienti storici, infastiditi dalla presenza di due prodotti “popolari” come i suv Cayenne e il recente Macan.

Fuochi d'artificio conclusivi in casa Bmw e Volkswagen: i bavaresi hanno portato a Ginevra la serie 2 Active Tourer, in ultima analisi un intelligente monovolume compatto di taglia media che (per il disprezzo dei puristi) segna il debutto della trazione anteriore sotto il segno dell'elica bianco-azzurra. Insieme a tante piccole novità come i fari laser, una prima riservata alla supersportiva elettrica i8. Il marchio del maggiolino, invece, pur senza troppa enfasi ha giocato la (pesantissima) carta dell'ibrido, con una Golf GTE dotata di propulsione termico elettrica ricaricabile plug-in da 204 cv con 30 chilometri di autonomia full-electric e un consumo certificato di 1,5 litri di carburante ogni 100 chilometri. Dopo 20 anni di successi Toyota e sei milioni di ibride vendute, i tedeschi di Volkswagen puntano dritto al cuore della tecnologia giapponese. E se non ci riusciranno hanno presentato una tale raffica di nuovi modelli con consumi ridotti da non avere certo difficoltà a trovare soluzioni alternative, proprio in termini di mobilità sostenibile.