È un Paese quasi onirico, tanto è lontano dalla modernità, quello ritratto nelle fotografie di “Giappone segreto", in cartellone a Parma fino al 5 giugno prossimo. Nelle 140 immagini originali in esposizione, scattate tra il 1860 e il 1910, emerge infatti una quotidianità fatta di kimono decorati e portantine gentilizie, giunche mercantili e guerrieri dall'armatura complicata.

La mostra, che commemora il 150° anniversario del Trattato di amicizia e commercio italo-giapponese, espone poi altri cimeli della tradizione nipponica, dalle maschere del teatro nō a stampe xilografiche policrome ukiyo-e oltre a kimono e un'armatura da samurai del XVIII secolo. La rassegna è stata curata da Francesco Paolo Campione, direttore del Museo delle culture di Lugano, e da Marco Fagioli, critico e docente d'arte a Firenze.

TESTIMONIANZE PER I TURISTI​
L'esposizione è suddivisa in più capitoli che tratteggiano vari momenti della quotidianità orientale di fine Ottocento, dal lavoro nella casa e nei campi fino alla cultura tradizionale di lottatori di sumo, geishe e kendoka (cioè i praticanti dell'arte marziale kendō). Non mancano inoltre vedute di paesaggi e templi, in aggiunta a delicate immagini dei fiori cari alla tradizione del Sol Levante, come crisantemi e camelie.
Le fotografie, di proprietà della Fondazione Ada Ceschin e Rosanna Pilone di Zurigo, sono state stampate su carta albuminata (cioè trattata con albume d'uovo) e fanno parte della cosiddetta scuola di Yokohama, che si ispirava alle composizioni stilistiche delle stampe ukiyo-e. Gli studiosi della lingua giapponese potranno anche notare come il soggetto fotografico fosse disposto in relazione alla forma dell'ideogramma che lo indicava. Gli interpreti più noti della corrente stilistica di Yokohama, da Felice Beato a Tamamura Kōzaburō, si avvalevano poi di studi in cui collaboravano fino a 100 persone per la colorazione a mano delle immagini, così da renderle più appetibili ai gusti dei viaggiatori occidentali che visitavano la patria del Sol Levante e desideravano souvenir del mondo esotico.

Si parla infatti di quasi 500mila visitatori tra il 1860 e il 1910, che acquistavano ventagli e capi di abbigliamento, gioielli e oggetti d'uso quotidiano come prova della diversità tra Occidente e Oriente: nella mostra parmense è presentata anche una copia di una delle prime guide di viaggio, in inglese, dedicata al Giappone.

Tra i turisti si annovera Enrico II di Borbone, fratello minore dell'ultimo regnante del Ducato di Parma, che visitò l'Asia tra il 1887 e il 1889: nella mostra è ritratto in kimono con la moglie Aldegonda di Braganza.
 

IL PASSAGGIO ALLA MODERNITÀ​
L'accostamento espositivo di foto e stampe tradizionali simili per temi e pose è l'aspetto più riuscito della mostra parmense, che racconta il graduale passaggio dal mondo antico e sognante delle xilografie a quello più occidentalizzato e moderno delle fotografie nitide e didascaliche. Tra le testimonianze più evidenti del cambiamento dei tempi si annoverano le immagini floreali di Ogawa Kazumasa, in cui le forme sinuose di tante stampe tradizionali lasciano il posto a fotografie in cui gigli e fiori di loto sono ritratti nella loro nuda bellezza. Ma anche gli studiati ritratti di notabili, principesse e messaggeri immortalati in una solitudine quasi immaginaria sembrano consapevoli di quanto sia vicina la fine di un'epoca destinata a estinguersi, incalzata dal potere inarrestabile della tecnologia occidentale.

INFORMAZIONI
Giappone Segreto
Palazzo del Governatore, Parma, piazza Garibaldi
in esposizione fino al 5 giugno 2016
da martedì a venerdì 10-18, weekend e festivi 10-20, la biglietteria chiude un'ora prima 
Ingresso 10€, ridotto 8€ (over 65, famiglie con 2 figli), ridotto speciale 5€ (under 26).
Prenotazioni: tel. 035.21589, web: www.giapponesegreto.it
A latere dell'esposizione e per tutta la sua durata sono previsti incontri di approfondimento in tema (kimono, arti marziali, cerimonia del tè, origami, ikebana...): il calendario è consultabile al link www.giapponesegreto.it/eventi

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