Il 29 ottobre 2016 la reggia borbonica di Carditello ha idealmente iniziato il suo percorso di rinascita. Aperto per un solo giorno dopo anni e anni di chiusura, infatti, il Real Sito di San Tammaro, nel Casertano, ha ospitato uno spettacolo equestre del Reggimento Carabinieri a cavallo: un modo anche per celebrare la storica razza Persano che di queste terre è originaria. Fu infatti voluta nel 1741 da Carlo III di Spagna incrociando stalloni turchi e cavalle campane, furono a lugno allevati per la Cavalelria militare e oggi ne esistono poche decine di esemplari.
Del sito di Carditello la rivista Touring si è già occupata in passato, raccontando la storia di Tommaso Cestrone, “l’angelo di Carditello” scomparso nel 2015, e del docufilm che raccontava la sua e altre storie italiane (potete leggere qui il nostro reportage).
UN FUTURO A CAVALLO
Un caso emblematico di incuria e degrado, quello di Carditello, ma anche di speranza e di solidarietà umana, dove l’impegno di pochi ha saputo contrapporsi con successo all’incuria di molti.
L’interno della Reggia non è ancora praticabile, ma l’evento del 29 ottobre getta le basi per il futuro del complesso. Come ha infatti dichiarato il Ministro per i Beni e le Attività culturali Dario Franceschini, «ci sono le risorse per destinarlo a fattoria zootecnica, puntando sul cavallo Persano, razza creata dai Borbone. Penso a un centro nazionale di equitazione; sarà comunque la fondazione a decidere». Fondazione (www.fondazionecarditello.org) diretta da Angela Tecce e presieduta da Luigi Nicolais che al momento è prudente: l’intendo della reggia è ancora impraticabile, spogliato da anni di saccheggio indiscriminato. Ma l’esterno è ancora maestoso e la tenuta è vasta, c’è anche un casino di caccia utilizzato dai Borbone, e una fattoria: Carlo di Borbone teneva molto ai suoi cavalli. Forse Carditello ha davvero trovato il suo futuro. E con esso, la gloria del suo passato.