Due bellissime ville, Paloma e Sauber, ospitano il Nouveau Musée national del Principato di Monaco. L'istituzione, pur essendo aperta da cinque anni, non è tra le più note del circuito dell'arte europea eppure è una vera sorpresa. Ospita mostre temporanee e una collezione permanente interessante e piuttosto varia da scoprire tra le sale e il giardino. Merita sicuramente una gita imprevedibilmente sotto il segno dell'arte a Montecarlo. A maggior ragione fino al 17 gennaio 2016 quando terminerà la mostra dedicata a Fausto Melotti allestita a villa Paloma.
SCULTURE CHE RACCONTANO STORIE
Ingegnere, artigiano, ceramista, scultore. Fausto Melotti era quello che si può definire un artista a tutto tondo. Il mondo dell'arte ci ha impiegato però del tempo per capire l'originalità del suo pensiero e delle sue sculture. Grande sostenitore fu Gio Ponti con la rivista Domus per la quale Melotti scrisse spesso fin dal 1948. La mostra non segue un ordine cronologico, ma sono proprio le pagine di Domus a fare da filo conduttore in ogni sala. Le sculture esposte sono tante e astrattamente geometriche e non mancano anche alcuni scatti realizzati da Ugo Mulas sempre per la rivista fondata da Gio Ponti. Curata da Eva Fabbris e Cristiano Raimondi, la mostra è un'occasione importante proprio per scoprire le connessioni personali, oltre che artistiche, tra Melotti e il gotha intellettuale italiano del secondo dopoguerra. Connessioni caratterizzate da stima reciproca, rispetto e amicizia, come quella che l'artista protagonista della retrospettiva aveva con Italo Calvino. Non a caso su tutte le copertine dei libri dello scrittore scomparso 30 anni fa compare una scultura di Melotti. A conclusione del percorso espositivo, fino al 27 settembre, sono esposti nella Project Room alcuni lavori di Alessandro Pessoli, artista contemporaneo scelto dai curatori per proseguire idealmente ai giorni nostri il pensiero e l'estetica melottiana alla quale lo stesso Pessoli dichiara di ispirarsi.
DI VILLA IN VILLA
Melotti è esposto a villa Paloma, un bellissimo esempio di dimora patrizia monegasca costruito nel 1910 dal quale si gode di una straordinaria vista su tutto il Principato. Per la seconda parte della visita bisogna spostarsi a villa Sauber in stile Belle Époque. Qui sono installate parte delle opere raccolte nel corso degli ultimi dieci anni nella mostra Construire une collection (fino al 1° novembre) che si interroga proprio sul concetto di collezionismo nelle sue varie declinazioni. Opere di Arman e Boltanski, video di Camille Henrot e originali e impossibili panchine di Jeppe Hein nel giardino. L'esposizione non segue criteri cronologici o temporali, ma pone l'attenzione sulla memoria dinamica orientata al futuro. Un bel percorso che allontana idealmente dal caotico lungomare monegasco; una sorta di isola felice dove l'arte non è un lusso mordi e fuggi, ma riflessione e ricerca.