Molti padiglioni hanno utilizzato l’Expo come una vetrina per presentare il loro Paese, senza curarsi troppo del tema dell’esposizione “Nutrire il pianeta - Energia per la vita". Tra questi, alcuni hanno puntato più sull’attrattiva turistica - in fondo, quale occasione migliore, per farsi conoscere e richiamare turisti da ogni dove? Altri invece hanno ancora in mente una concezione un po’ antica dell’Esposizione, da ricerca di geografia elementare. In ogni caso, ecco i più interessanti (in ordine sparso) non entrateci sperando di trovare troppi spunti sull’alimentazione, ma per conoscere meglio mondi spesso molto lontani da noi.

1. COLOMBIA
Tra gli Stati sudamericani, è quello che ci ha convinto di più. Il padiglione Expo punta tutto sulla geografia del Paese e sui diversi tipi di ambiente e di clima che si trovano nel suo territorio. Si viaggia dal clima caldo fino a quello andino, passando da una fascia climatica all’altra, con spiegazioni sulla flora, sulle coltivazioni, sulla potenzialità turistica: molti i video ben realizzati, tra cui quello simpatico alla fine del percorso con i cantanti che nelle varie fasce climatiche si esibiscono in un pezzo creato apposta per l’Expo. Insomma, contenuti gradevoli e si esce con qualche idea in più sul Paese. 
Info: padiglione aperto fino alle 21, visita guidata; tempo di visita: 30 minuti. Code all'entrata, anche lunghe.

2. THAILANDIA
La Thailandia presenta un grande padiglione che si compone di tre video. Il primo, a 360 gradi, sul Paese e sulle sue ricchezze; il secondo, proiettato in una stanza, con suggestioni sul cibo; il terzo sul re della Thailandia. Non vi vogliamo rivelare altri particolari di quest’ultimo, che può suscitare più di un sorriso; ma a nostro parere è in qualche modo emblematico del Paese e della sua concezione del mondo - e per questo abbiamo voluto segnalarvelo.  
Info: padiglione aperto fino alle 21, visita accompagnata; tempo di visita: 30 minuti. Code all'entrata.

3. ESTONIA
Tra gli Stati dell’est Europa - Polonia, Ungheria, Romania, Bielorussia, Moldavia, Lituania, Slovacchia, tutti presenti con un proprio padiglione a Expo - l’Estonia è senz’altro quello che ha sviluppato il concetto più interessante. Non solo per la struttura di legno, molto semplice e nordica, con grande "terrazza" verde e molti spazi dove riposarsi e tirare il fiato (oltre alle altalene che catalizzano l'attenzione di grandi e piccoli); ma anche per i contenuti, che presentano in modo semplice e non banale che cos’è l’Estonia oggi. Sapevate che gli estoni hanno inventato Skype? E che sono tutti connessi? E che amano cantare tutti insieme? E che hanno un patrimonio naturalistico tra i più biodiversi d’Europa? La visita è facile e ci si può prendere tutto il tempo che serve. E, bella sorpresa, anche la sera l'accesso è libero.
Info: padiglione aperto fino alle 23, visita libera; tempo di visita: 30 minuti. Non ci sono code all'entrata.

4. TURKMENISTAN
Passando dall’Estonia al Turkmenistan (che sta proprio di fronte, attraversato il Decumano) sembra di tornare indietro nel tempo. O di sprofondare in un’altra dimensione: perché il concept è talmente vecchio da risultare interessante, almeno per capire come in questo Paese lontano vogliono comunicare chi sono e che cosa fanno oggigiorno. All’entrata, una gigantografia del leader ed enormi tappeti appesi alle pareti; sul tetto, una vera yurta, la tenda tradizionale dell’Asia centrale; sparsi un po’ ovunque, libri sull’economia turkmena in turkmeno, medicinali locali, armi tradizionali, strumenti musicali, coppe, biografie del leader nazionale, spiegazioni sulla compagnia di bandiera. Insomma, una fiera d'antan.
Info: padiglione aperto fino alle 23, visita libera; tempo di visita: 15 minuti. Solitamente poche code all'entrata.

5. ECUADOR
Tornando al Sudamerica, come abbiamo detto la Colombia è il padiglione meglio riuscito; Il Brasile è divertente ma senza troppi contenuti, il Cile punta tutto sulle sensazioni (troppe poche le spiegazioni) e l’Argentina e l’Uruguay non offrono molto. L’altro padiglione da segnalare è invece quello proposto dall’Ecuador. Che gioca con una grande sula dai piedi azzurri (Boobie, vive alle Galapagos) e con vari prodotti, divisi in quattro zone climatiche: a essere particolare è l’approccio “odoroso”, visto che ogni prodotto (il cacao, le rose, ecc.) può essere annusato. Bravi i ragazzi, che spiegano in varie lingue.
Info: padiglione aperto fino alle 23, visita libera con possibilità di spiegazioni; tempo di visita: 15 minuti. Code all'entrata.

6. OMAN
Tra i dieci padiglioni di questa classifica, l’Oman è quello parla più di cibo e alimentazione e quindi meriterebbe anche di essere incluso nell’altro nostro articolo. Chi ha un poco di tempo lo visiti, perché è interessante e ben realizzato: il falaj, l’acquedotto costruito all’esterno, fa da contraltare con i vari ambienti dell’interno, dove si impara l’importanza per il Paese arabo del miele (coltivato nei tronchi delle palme da dattero), del monsone estivo che lascia gocce preziose per l’agricoltura, delle palme stesse di cui si utilizza tutto, delle serre idroponiche che utilizzano acqua di mare per raffreddare. Se è possibile, chiedete a una delle ragazze all’ingresso una visita guidata; a noi ha condotto Silvia Vara, cui facciamo i complimenti.
Info: padiglione aperto fino alle 21, visita libera con possibilità di spiegazioni; tempo di visita: 20 minuti. Code all'entrata.

7. MAROCCO E ANGOLA
Sono gli unici due Stati africani ad avere un padiglione indipendente. In entrambi si impara qualcosa di più sul loro mondo. Per il Marocco, tutte le zone del Paese - Mediterraneo, Atlante, deserto - sono rappresentate all’interno del padiglione Expo, con qualche video, un po’ di prodotti tipici e anche di profumi. Si apprezza lo sforzo, anche se tutto rimane un po’ finto. Da vedere se avete già visto gli altri o avete particolare nostalgia di Marrakesh.
Info: padiglioni aperti fino alle 21, visita libera; tempo di visita per ciascuno: 15 minuti. Code all'entrata.

8. BELGIO
Tra i piccoli padiglioni indipendenti dell’Europa occidentale, quello del Belgio è interessante più di tanti altri. Perché abbina la grande arte del cioccolato a soluzioni innovative per l’agricoltura, come le coltivazioni acquaponiche (molti parlano di acquaponico e idroponico, ma il Belgio è l’unico a fare vedere il processo realmente, non solo spiegato sui tabelloni). Ed è uno dei pochi Paesi che parla apertamente degli insetti come possibile soluzione alimentare del futuro. Certo, poi ci sono anche le birre... Alcuni visitatori ci hanno segnalato che il padiglione, nelle ultime settimane, è troppo sporco: speriamo siano state trovate soluzioni al riguardo.
Info: padiglione aperto fino alle 21, visita libera; tempo di visita: 15 minuti. Code all'entrata.
 

9. AZERBAIJAN
Molti italiani non sanno neppure dov’è l’Azerbaijan, né quale tipo di alimenti mangino sul Caspio. Dopo la visita si ricorderanno qualcosa - giocando con gli schermi si imparano molte cose sui prodotti locali e sulla vita del Paese. Proprio gli schermi sono il punto di forza del padiglione, che altrove risulta un po’ sterile nel suo eccesso di modernità suggestiva. Insomma, bisogna concentrarsi, i concetti altrimenti rimangono troppo deboli. 
Info: padiglione aperto fino alle 21, visita libera; tempo di visita: 20 minuti. Code all'entrata, anche lunghe. 

10. SLOVACCHIA
Dell’Estonia abbiamo parlato, ma se dovessimo citare un secondo padiglione esteuropeo per contenuti potrebbe essere quello della Slovacchia. Che è sì piccolo e meno appariscente di molti altri (la Polonia per esempio ha una bellissima struttura fatta con le cassette di mele, la Slovenia un altrettanto bell’edificio molto articolato), ma a loro differenza offre qualche contenuto tecnologico in più all’interno. Con un tablet in mano, si va alla scoperta delle eccellenze slovacche, tra cui una bellissima, piccolissima Venere preistorica da vedere in 3D; e poi si indossano occhiali speciali per vedere paesaggi locali a 360 gradi (un’altra diavoleria presente in vari padiglioni).
Info: padiglione aperto fino alle 21, visita libera; tempo di visita: 15 minuti. Code poco lunghe all'entrata.
 

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