L'idea è di quelle visionarie, utopistiche, anche un po' surreali: trasformare il Quirinale in un museo, casa di tutti gli italiani. Qualcuno avrà letto l'editoriale di Pier Luigi Vercesi, il direttore di Sette, sulla rivista allegata ieri al Corriere della Sera; e qualcuno avrà pure pensato che il giornalista si fosse bevuto un bicchiere di troppo, al momento di scriverlo. Eppure il ragionamento di Vercesi non è del tutto azzardato, a pensarci bene. 
 
Dice il direttore di Sette: il Quirinale, dimora del Presidente della Repubblica, costa. Costa molto di più della Casa Bianca e di Buckingham Palace, pare. Non così difficile a credersi, visto che - aggiungiamo noi - è uno dei palazzi più grandi del mondo (Wikipedia dice il sesto in classifica) e addirittura la più estesa residenza di un Capo di Stato. Una cittadella, in poche parole, peraltro ricchissima di opere d'arte - alla sua costruzione e decorazione lavorarono maestri come Pietro da Cortona, Carlo Maderno, Giovanni Paolo Pannini, Guido Reni. Il Presidente ci abita da quando fu fondata la Repubblica Italiana, ovvero quasi 70 anni fa.
 
Ma allora - continua il ragionamento di Vercesi - se costa così tanto, se è così bello, se deve essere "la casa degli italiani" (questo il suo valore simbolico), allora perché non traslocare la Presidenza in qualche altro palazzo romano (ce ne sono talmente tanti!) e trasformare il Quirinale in un museo? Un museo che potrebbe essere fonte di reddito, da una parte; e dall'altra che potrebbe contribuire a risolvere l'annoso problema delle opere d'arte che giacciono nelle cantine e non vengono mai mostrate al pubblico. "Sarebbero le fondamenta su cui ricostruire una Repubblica basata sul proprio patrimonio" dice Vercesi. Oltre a rappresentare fonte di orgoglio davanti all'Europa e al mondo ("non vi sembra più utile del ponte sullo Stretto di Messina?" domanda provocatoriamente il direttore).
 
A noi non sembra un'idea così balzana. E voi che ci leggete, che cosa ne pensate? Diteci la vostra!