Se non siete esperti escursionisti (e quindi siete sprovvisti di attrezzatura quali casco e imbracatura), diffidate da tante proposte di cime facili da raggiungere sulle Alpi senza difficoltà. Moltissime vette infatti, pur presentate come facili cime, prevedono tratti anche brevi di arrampicata, sentieri attrezzati, catene o la necessità di percorrere creste aeree affilate per le quali non bisogna soffrire di vertigini. Pertanto, eliminate le mete di difficoltà EE (escursionisti esperti), restano le mete contrassegnate dalla sigla E, quelle per le quali, a parte la fatica, non è necessario avere particolari abilità pseudo alpinistiche (salvo brevissimi tratti attrezzati). Ne abbiamo scelte alcune da ovest a est, ben consci di poter essere smentiti con tante altre ugualmente belle, interessanti e naturalmente molto panoramiche.
MONTE SACCARELLO, 2201 m (IM)
È la cima più alta della Liguria ed anche il punto di incontro delle valli Argentina, del Tanaro e del Roia e, sotto l'aspetto amministrativo, delle province di Imperia e Cuneo e del dipartimento francese delle Alpi Marittime. Il Saccarello ha due versanti imponenti verso la Valle Argentina a sud e verso la valle del Roia a ovest, mentre a nord il pendio scende dolcemente nella valle del Tanaro.
Da Monesi di Triora (1375 m) si prende una stretta strada asfaltata che sale nel bosco con vari tornanti incrociando più volte il tracciato degli impianti di risalita; terminato l'asfalto si continua in ripida salita su fondo naturale uscendo poi dal bosco..
Raggiunto un bivio, si svolta a sinistra abbandonando quindi la strada panoramica non asfaltata che rporta al Colle di Tenda, e si affrontano atri tornanti. Si continua poi in costa alla base del Monte Tanarello (2094 m), poi nuovamente in salita si raggiunge il crinale al passo Basera (2036 m), ormai prossimi alle vetta, ora in territorio francese. dove per un attimo si apre un'ampia e spettacolare vista sul versante francese, dove sorge un obelisco. Il panorama è strepitoso: a sud, 1000 metri più in basso, i paesi della Valle Argentina; a ovest la valle del Roia, a nord i monti della valle del Tanaro.
Su un'anticima, in territorio italiano (2164 m), sorge una grandiosa statua del Redentore, eretta nel 1900.
MONTE TOBBIO, 1092 m (AL)
Il Monte Tobbio, nel Parco delle Capanne di Marcarolo, si trova lungo la catena montuosa che separa il Piemonte dalla Liguria, in particolare tra le province di Alessandria e di Genova.
Il suo profilo particolare, con la chiesetta-rifugio ben visibile ne fanno un punto di riferimento anche da parecchi chilometri di distanza.
Il sentiero parte in località Valico degli Eremiti, all'incrocio tra le strade provinciali 165 (proveniente da Bosio) e 166 (proveniente da Voltaggio), dove si trova l'omonima chiesetta; a sinistra della chiesetta parte la mulattiera (segnavia) che con vari tornanti, porta in cima.
Dopo circa 30 minuti si giunge quota 740 dove si incrocia il sentiero proveniente da Voltaggio; continuando a salire si raggiunge il Passo della Dagliola (856 m). Da qui per pascoli e detriti si raggiunge la vetta su cui sorge la chiesetta-rifugio.
Grandioso il panorama, dal mar Ligure alla catena alpina, alla pianura alessandrina.
ROCCIAMELONE, 3538 m (TO)
Montagna simbolo della Val di Susa, a forma di piramide appuntita, si raggiunge da Susa salendo con l'auto, su strada sterrata, fino alla località La Riposa (ex-forte, 2205 m).
Da qui si imbocca il sentiero che risale un ripido costone; aggirando quindi una bastionata rocciosa, si raggiunge il rifugio Ca' d'Asti (2854 m), dove è consigliabile pernottare (prenotazioni al custode, tel. 0122.33192). Da qui, di buon mattino si sale alla Crocetta (3306 m) dove si passa dal versante Sud a quello Est.
Si raggiunge un ultimo risalto sotto la vetta, che viene superato con alcuni tornanti; in quest’ultimo tratto, se il terreno è scivoloso, occorre procedere con prudenza: alcune corde fisse consentono di avanzare in sicurezza fino in cima. Sulla vetta statua in bronzo della Madonna. Ne medioevo era ritenuta la vetta più alta d'Italia. Panorama grandioso sulla valle di Susa e sulle Alpi Graie.
TESTA D'ARP, 2747 m (AO)
La montagna si trova sulla catena montuosa che separa la Val Veny dalla valle di La Thuile ed è una vera balconata sul Monte Bianco.
Si parte da Dolonne 1706 m, frazione di Courmayeur e si segue il sentiero contrassegnato dal segnavia 1A che sale nel bosco. Si superano alcuni alpeggi e risalito un bosco e quindi vasti pascoli si esce sul colle d'Arp. Dal colle si sale per praterie aggirando alcune placche rocciose fino a raggiungere la vetta. Poco sotto sorge la stazione a monte della funivia dell'Arp e purtroppo alcuni tralicci deturpano il paesaggio.
GRIGNA SETTENTRIONALE (GRIGNONE), 2409 m (LC)
Montagna simbolo delle Prealpi lombarde, insieme alla vicina Grignetta, si raggiunge in circa 4 ore salendo dalla Valsassina. Si parte infatti da Pasturo 641m, dove si imbocca la strada (n.33) per il Pialeral. Per prati e boschetti si raggiunge in 2 ore il rifugio Antonietta al Pialeral 1420 m, da dove si continua sulla dorsale centrale dell'ampio versante est del Grignone fino alle baite Comolli 1852 m. Si continua a salire ripidi su una cresta-spallone fino al rifugio Brioschi, del Cai Milano (tel. rifugio 0341.910498, aperto tutto l'anno), e alla sovrastante vetta. Panorama sul Lago di Como, la pianura lombarda, le Alpi con il Cervino, il Monte Rosa e l'Oberland Bernese.
MONTE LEGNONE, 2609 m (LC-SO)
Altra famosissima montagna della Lombardia si distingue per la sua forma piramidale cn il vertice mozzato.
Per raggiungerla occorre risalire, da Dervio, la val Varrone, in alta Valsassina, e portarsi al rifugio Roccoli Lorla (1463 m), immerso nel bosco. Da qui si parte a piedi su sentiero toccando alcuni alpeggi e casere, come la Casera Merie de Scim, e l’Alpe Agogno (1750 m), che si raggiungono in circa 30 min seguendo il filo di cresta della dorsale orobica lecchese. Più avanti in circa 40 minuti, salendo per prati si sale alla Porta dei Merli (2107 m), e quindi al piccolo Bivacco Silvestri (2146 m), posto alla base della cresta ovest del Legnone. Da qui si comincia a salire lungo ripide tracce tra i prati e poi su facili roccette (alcuni tratti sono attrezzati con funi metalliche). Dopo un ultimo tratto di pendio detritico e si raggiunge in circa un'ora un cartello segnaletico (2570 m). Superando altre facili rocce attrezzate con funi si perviene alla cima. Panorama su gran parte dell’arco alpino, dal Monviso al Pizzo Badile, al Cengalo, Disgrazia e all'Ortles. In basso, lo specchio azzurro del Lago di Como.
 
MONTE SEROTTINI, 2967 m (SO-BS)
Siamo nel parco nazionale dello Stelvio, proprio al suo limite meridionale, tra val Camonica e Valtellina.
Dal passo del Mortirolo si stacca sulla destra una stradina asfaltata pianeggiante che si segue per circa 6 km fino al suo termine al passo di Val Bighera; da qui è possibile proseguire ancora in auto prendendo la sterrata che scende sulla sinistra alla Cascina omonima, fermandosi dopo poche centinaia di metri in prossimità del cartello indicatore per i laghi Seroti (segnavia n.73). Da qui si prende il sentiero che taglia in quota e in piano la costiera sulla Val Bighera raggiungendo il lago Seroti Inferiore. Costeggiato il lago sulla destra, si supera un canale e lo si risale ripidamente raggiungendo il caratteristico lago Storto. Ci si porta poi sulla sovrastante cresta (con vista sulla Valtellina) che si segue fino alla vetta, badando di rimanere sempre sul versante sud. Sulla cima, oltre ai pannelli solari e a ripetitori, vasto panorama sulla Valtellina, sull´Adamello-Presanella, Ortles-Cevedale e Cima de' Piazzi.
PALÒN DEL PASUBIO, 2235 m (VI)
Nell'anno del Centenario della prima guerra mondiale ci sembra doveroso riservare un pensiero ai luoghi che hanno visto tanti dolorosi episodi bellici. E di questi il Pasubio è un po' il simbolo.
Si parte dal passo Pian delle Fugazze (1162 m), raggiungibile con la carrozzabile dai due versanti, da Schio (Vi) o da Rovereto (Tn). Da qui si scende di pochi passi lungo la provinciale sul versante vicentino fino a imboccare sulla sinistra (cartello e segnavia) il percorso (Strada degli Eroi) per il rifugio Achille Papa (tel. 0445.630233). Si sale quindi nel bosco e poi per macereti fino al rifugio (tel. 0445.630233), in località Porte del Pasubio (1934 m). Dal rifugio si segue il sentiero ben segnalato fino alla cima del Palòn, in un grandioso ambiente dolomitico. Panorama vastissimo.
CIMA NANA, 2572 m (TN)
Ecco una vetta facile facile nel gruppo dolomitico di Brenta, prevalentemente regno dei rocciatori.
Da Cles (Tn) si sale con una strada in parte asfaltata fino al laghetto Dorigal (1868 m); Da qui si sale (segnavia 336) a mezza costa ai piedi dell'erboso versante meridionale del monte Peller. Raggiunto il bivacco Pinamonti e la malga Tassulla (2090 m) si continua per prati raggiungendo la baita Nana (2072 m). Ci si dirige poi verso Cima Cesta, ma senza raggiungerla si sale per facie cresta alla grande Croce di Cima Nana. Belvedere spettacolare sulla Val Meledrio e il massiccio della Presanella.
SASSOPIATTO, 2958 m (BZ)
Inconfondibile per il suo profilo dall'alpe di Siusi, è l'unica montagna del gruppo del Sassolungo accessibile senza alcuna difficoltà.
L'itinerario più comodo e breve prevede la partenza da Saltria, mentre uno più lungo parte da passo Sella. Optando per il più facile (si percorre in ore 2.30 totali) occorre raggiungere Saltria (1700 m) con i bus navetta, dato che l'altopiano è accessibile per le auto solo in alcune fasce orarie. Da qui si sale tra pini cembri e larici portandosi a una sella (2050 m) a poca diatanza dalla malga Zallinger. Si prosegue (segnavia 9) con un percorso ripido e faticoso fino al rifugio Sassopiatto (2300 m). Dal rifugio la via normale è ben visibile e attraversando terrazzi erbosi, pianori e piani inclinati ghiaiosi si raggiunge la vetta, su cui sorge una croce. Straordinario panorama sul Sassolungo e le altre Dolomiti: la Val Gardena, le Odle, l'alpe di Siusi, i Denti di Terra Rossa, il Catinaccio, i Lagorai e i Monzoni.
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