Un viaggio da est verso ovest, da Mosca al cuore della Mitteleuropa. 2500 chilometri, quattro Paesi, realtà molto diverse. Eppure è solo l'ultima frazione di un'avventura cominciata un mese prima, molto più a Oriente (vedi box a destra). Prendo il volante di una delle otto Mazda 3 partite da Hiroshima con destinazione Francoforte. Sono le testimonial di una staffetta che, lasciati alle spalle gli sterminati spazi asiatici, entra nella fase finale. Una rara occasione per un'esperienza di guida in Russia e Bielorussia ma anche un'opportunità per ripassare la Storia che, da queste parti, ha scritto pagine memorabili.

Incontro le indicazioni per Borodino un paio d'ore dopo la partenza da Mosca. Soltanto ieri, come avviene ogni anno la prima domenica di settembre, c'è stata la rievocazione della battaglia del 1812, uno spettacolo capace di attirare ogni anno migliaia di spettatori. Lo stesso Tolstoj visitò il sito mezzo secolo più tardi, mentre stava scrivendo Guerra e pace: in fondo, è questo il leit motiv dell'intero viaggio, con teatri di battaglia e fortezze cui fanno da contrappunto chiese dalle cupole variopinte e fattorie.

Da Mosca a Minsk corrono 750 km contornati da betulle e con pochissime stazioni di servizio, un'autostrada senza guard rail centrale dove i Tir che procedono in direzione opposta ti sfiorano pericolosamente: una sorta di roulette… russa. L'ingresso in Bielorussia richiede un po' di pazienza per le formalità burocratiche, ma l'arrivo a Minsk è una sorpresa. Ti aspetti una città grigia, forse perché i nomi dei distretti fanno riferimento all'epopea sovietica, le statue di Lenin non mancano e anche perché è l'unica repubblica dell'ex impero ad avere i servizi segreti ancora siglati Kgb. E invece trovi una città in evoluzione, con architetture moderne, cantieri come funghi e tanto verde ben curato. Forse piacerebbe anche al gigante Mincz, da cui il nome della città e che, secondo la leggenda, nel mulino sulla riva del fiume macinava pietre per farne pane per i suoi guerrieri.