“Questo è il primo passo di quella che sarà la pinacoteca di Brera del futuro”. Inizia così la presentazione da parte del nuovo direttore James Bradburne del dipinto di Picasso La loge (Le balcon) recentemente restaurato dopo una lunga permanenza nei depositi braidensi. La rivalorizzazione dell'opera è stata possibile grazie a una collaborazione tra Borsa Italiana, con il suo progetto Finance for arts, e Rtl 102.5, radio emittente nazionale che ha deciso di impegnarsi, anche economicamente, nella valorizzazione del patrimonio culturale in Italia. Una sinergia collaborativa che, secondo Bradburne, è solo all'inizio e ha come obiettivo quello di “rimettere Brera nel cuore della città”.
LA BELLEZZA DI UN PICCOLO GRANDE FRAMMENTO
La storia de La loge, il dipinto che, da oggi, risplende in tutto il suo fascino nella sala numero XV della Pinacoteca di Brera, è affascinante e tormentata. Si tratta, infatti, di un frammento di un'opera in principio decisamente pià grande. Picasso realizzò la scenografia di Cuadro Flamenco, spettacolo dei Ballets Russes messo in scena a Parigi e Londra nel 1921. Lo fece perché affascinato dal mondo teatrale, perché amico di Sergej Diaghilev, il fondatore dei balletti russi, perché amante di una delle ballerine della compagnia e perché il flamenco è ballo andaluso e Picasso nacque a Malaga. Tanti buoni motivi per un risultato curioso e divertente nel quale l'artista si diverte a dipingere quinte dentro le quinte. Lo spettacolo non ebbe però troppa fortuna e Diaghilev fu costretto a ritagliare e vendere la scenografia di Picasso per poter produrre altri show. D'altronde ogni parte dello scenario era firmata e valeva già tanto. Le traversìe del frammento milanese non sono del tutto chiare, certo è che La loge firmata Picasso (la firma è emersa dopo il restauro) è rimasta nei depositi di Brera dal 1975. Oggi, 40 anni dopo, ritrova lo spazio che merita. Un motivo in più per visitare la Pinacoteca, tesoro milanese per eccellenza.