In questo weekend vi proponiamo il live trip del nostro inviato Mark Perna a Nantes, nella Loira (#inviaggioconme). Venerdì la prima puntata, ieri la seconda, oggi la terza e ultima. Sempre in diretta, per farci raccontare le sue impressioni dalla città francese. 
Domenica giorno di gite fuoriporta. Quale migliore occasione per visitare Clisson? Il borgo medioevale dista da Nantes solo 15 minuti di treno e merita una visita di qualche ora. L’elemento sorprendente di questa destinazione è che sembra di trovarsi a “casa nostra”, l’atmosfera e gli scorci sembrano infatti molto italiani, come quelli che si potrebbero incontrare in Toscana o Umbria. Non è un caso. Clisson ha subito il forte influsso dello stile italiano per volere di tre personaggi innamorati del nostro paese: i fratelli Cacault e lo scultore Lemot che si sono occupati della ricostruzione del borgo dopo la guerra di Vandea del 1793. Da non perdere il vecchio castello, un tempo dimora dei genitori di Anne di Bretagna e di Francesco II, il vecchio mercato coperto che ha ancora pali in legno risalenti al ‘500 e la straordinaria dimora Lemont con il suo bucolico parco.
LE VIGNE DEL MUSCADET
Una giornata di sole sarebbe ideale per godersi questo posto, ma se incappate in un tempo poco favorevole come è successo a me, potete tranquillamente consolarvi. Il modo migliore è quello di mangiare e bere, bene. Per nutrirvi con pietanze a km zero potete andare sereni all’Auberge La Gaillotiere, per dissetarvi invece la destinazione giusta è il Château du Coing nel vicino paese di Saint Fiacre-sur-Maine. In effetti il vero motivo della mia trasferta a Clisson è quella di scoprire dove nasce il Muscadet, il vino bianco locale, che ha un legame con il territorio come lo hanno i nostri Lambrusco o Barolo. Non è ancora tempo di vendemmia, ma le distese di vigne a perdita d’occhio sono un gran bel vedere. Contemplare questa natura con un bicchiere in mano rende tutto più aulico. Sorseggiando il Muscadet si percepisce subito la caratteristica mineralità data dal terreno sabbioso, argilloso con rocce arenarie. La cantina di Véronique Günther Chéreau, dove sono venuto a scoprire i segreti di questo vino, produce quasi 400 mila bottiglia all’anno con una storia che risale addirittura al XV secolo. Da qui è impossibile andare via senza fare la scorta di questo nettare da gustare al meglio accompagnato da ostriche e frutti di mare, ma perfetto anche per l’aperitivo.
Tornando a Nantes sicuramente meno frustrato dal tempo incerto, vado a trovare l’artista Antoine Corbineau nel suo studio condiviso con altri creativi. Anche lui, come molti artisti, ha deciso di trasferirsi in questa città della Loira per vivere “meglio” e per capitalizzare questo spirito artistico di gruppo che si respira a Nantes. A questo punto del viaggio mi sento di poter concordare con la sua opinione. Il capoluogo della Loira Atlantica è davvero vivace, dinamica e particolarmente vivibile grazie anche a una pianificazione urbana che ha saputo coniugare modernità e rispetto per l’ambiente, come dimostra il Quartiere della Creazione e il Parco dei Cantieri sull’Isola di Nantes. Approfitto delle ultime ore in città proprio per godermi queste due aeree, per passare nel centralissimo Passage Pommeraye (nella foto sotto) e chiudere in bellezza con una cena rigorosamente a base di “galette”. C’è poco da fare, la Francia ha sempre inaspettati assi nella manica. Domani si torna a casa.