Bisogna per forza essere stati a Chiavenna per sapere che cosa è un crotto. Qualcuno dice che è una cantina, e in parte è vero. Ma non è così, non solo: quella è solo la sua funzione. Il crotto infatti non ha nulla di artificiale: è un anfratto naturale delle rocce che risale ad antiche frane staccatesi nel tempo dalle montagne delle Alpi. Nei secoli poi gli abitanti li hanno colonizzati sfruttando la corrente di aria fredda (in dialetto sòrel) che spira sempre dalle viscere della montagna. Aria che rende la temperatura dei crotti costante, tra i quattro e gli otto gradi estate e inverno. Un frigorifero a costo zero.
 
Una temperatura che rende i crotti ideali per conservare formaggi e salumi e, ovviamente, vino. E da qui a diventare protagonisti di una antica festa godereccia il passo è breve. Specie a Chiavenna, l’unico Comune bandiera Arancione Tci della provincia di Sondrio, che da 56 anni a metà settembre celebra la Festa dei Crotti. Quest’anno si inizia domenica 6 settembre, ma il clou della manifestazione sarà il fine settimana successivo, dall’11 al 13 settembre. Come sempre per questa occasione non vengono aperti solo i crotti che negli anni sono stati trasformati in ristoranti, ma anche tanti crotti privati la cui gestione è affidata alle associazioni del territorio. Questi sono i protagonisti degli itinerari della dodicesima edizione di Andém a Cròt, cinque percorsi tra Chiavenna e i paesi vicini, per scoprire i crotti e i prodotti del territorio. Tra questi la brisaola, i formaggi, il pane di segale, la polenta e i gnocchetti chiavennaschi. Che qualcuno che non è mai stato alla festa dei crotti chiama, sbagliando, pizzoccheri, con cui hanno in comune la quantità di burro e di formaggio. Bisogna per forza andare a Chiavenna per assaggiarli.
Info: www.sagradeicrotti.it, per prenotare un soggiorno, www.valchiavenna.com