Un successo netto e innegabile: l'edizione 2015 dell'Esposizione universale andata in scena dal 1° maggio al 31 ottobre è stata senza ombra di dubbio una delle più interessanti degli ultimi anni. Alla chiusura dei battenti la domanda che molti si pongono riguarda proprio il destino dei padiglioni così affollati e amati dal grande pubblico che è accorso a milioni per visitarli. Poche le certezze se non che l'area andrà smantellata entro il giugno 2016. La questione non è da poco perché la decostruzione è forse ancora più impegnativa della costruzione. Migliaia le tonnellate di materiali da smaltire e incerte le responsabilità. Certo è che se alcuni Paesi sembrano avere le idee ben chiare già adesso, altri vivono una sorta di attesa di un'illuminazione su come procedere. C'è da scommettere che il padiglione olandese farà alla svelta mettendo in moto i suoi camioncini del cibo e smontando la mini ruota panoramica, ma gli altri? Ecco le ipotesi più accreditate per alcuni. Di altri se ne ignora il destino, per ora.
SVIZZERA
Un padiglione con le idee chiare fin dall'inizio. Le quattro torri contenitore si sono in parte svuotate di caffè (metà), di sale (anche qui metà), mele essiccate e acqua (esaurite già lo scorso 10 ottobre), e prenderanno la strada dei quattro cantoni per diventare serre. Il 75% del materiale usato per realizzarle sarà recuperato e riciclato. L'oscar per l'efficienza è svizzero.
EMIRATI ARABI
Anche in questo caso la struttura progettata dall'archistar Norman Foster, come previsto, sarà smontata e rimontata a Masdar City ad Abu Dhabi. La città emira è un progetto dello stesso Foster basata sull'utilizzo esclusivo di energia solare e con un'economia a emissioni zero. Un sogno non a basso costo, ma di grande impatto, come il padiglione.
AUSTRIA
Uno dei padiglioni più ambiti durante le giornate più calde grazie al bosco che abbassava di qualche grado la canicola subirà un doppio destino: la struttura esterna sarà smontata e, si spera, riciclata; le piante saranno invece trapiantate in Tirolo dove il clima è in grado di ospitarle e garantire loro un futuro oltre l'Expo.
REPUBBLICA CECA
Anche in questo caso è previsto un trasloco in toto a Vizovice dove lo stesso padiglione è stato progettato. L'idea è quella di trasformarlo in un polo tecnologico multifunzionale. Non proprio chiaro come progetto, ma visto che son stati i primi a montarlo, forse saranno anche i più rapidi a smontarlo.
ANGOLA
Uno dei più grandi padiglioni (anche se per la verità un po' vuoto di contenuti) dovrebbe essere smontato e rimontato a Luanda per trasformarlo in un museo, si spera con qualcosa in più all'interno.
MONACO
Una serie di container impilati. Un'idea semplice e vincente quella del Principato che ha puntato tutto sulla ricerca scientifica e sulla cooperazione internazionale. Per questo non stupisce la decisione di regalare la struttura al Burkina Faso dove diventerà la sede operativa della Croce Rossa locale.
GERMANIA
Uno dei padiglioni più intensi, sia dal punto di vista del design sia per i contenuti, concepito per essere completamente smontato e riciclato nei suoi materiali. Una struttura temporanea che però potrebbe non andare completamente perduta visto che il museo Expo di Shanghai sembra molto interessato a mettere in mostra proprio gli interessanti contenuti particolarmente inerenti al tema Nutrire il pianeta, energia per la vita.
REGNO UNITO
Vincitore del premio del padiglione architettonicamente più interessante, assomiglia più a una scultura che a un edificio. Proprio per questo sarà smontata e rimontata in Gran Bretagna diventando un opera di land art.
BRASILE 
Comincia il 2 novembre l'asta per comprare un pezzo di Brasile, o meglio, per comprare oggetti di design, complementi d'arredo, attrezzature multimediali e informatiche. In principio doveva essere messa in vendita on line anche la rete che tanto ha fatto divertire il pubblico, ma pare che il Brasile voglia donarla al comune di Milano. I milanesi gioiscono, anche se vai a sapere dove si potrebbe installare...
Per partecipare all'asta cliccare qui.
BAHREIN
Altro Paese lungimirante che ha già previsto di smontare questo angolo di paradiso in stile oasi nel deserto per rimontarlo a casa propria. Diventerà un giardino botanico. Buono a sapersi.
FRANCIA E NEPAL
Due Paesi molto diversi fra loro che, per motivi economici, vogliono vendere i padiglioni. Qualche offerta? Se solo le bottiglie di vino francesi appesi alla struttura fossero piene...
I CLUSTER
Il Politecnico di Milano ha già sviluppato alcuni progetti per rendere queste enormi strutture socialmente utili. L'idea sarebbe di assegnarle a organizzazioni non governative, ma mancano bandi e ipotesi di consegna. Lo spazio delle Maldive del cluster delle isole, mare e cibo, è di proprietà dell'università di Milano Bicocca causa collaborazione didattica; i materiali saranno quindi riutilizzati nella sede universitaria. Il cluster del caffè, sponsorizzato Illy ha due possibilità: se l'area Expo diventa cittadella accademica resta lì, altrimenti sarà smontato e trasportato a Trieste per diventare museo del caffè.
SLOW FOOD
Stessa sorte del padiglione monegasco. Il progetto di Slow Food è quello di smontare e rimontare in un luogo non ben precisato dell'Africa la bella struttura di legno. In attesa di dettagli.
COCA COLA
Altro regalo per Milano: il padiglione con più bollicine sarà trasformato in campo da basket e rimarrà alla città.
KINDER + SPORT Lo spazio più dolce e amato dai bambini sarà una scuola, ma questa volta non a Milano, ma in Camerun.
PALAZZO ITALIA, PADIGLIONE ZERO, ALBERO DELLA VITA
Simboli dell'Italia a Expo, per ora rimarranno dove sono. Le più recenti dichiarazioni di Giuseppe Sala dicono che dalla prossima primavera saranno riaperti al pubblico. Prima è necessario che il cantiere di smontaggio tutto intorno sia sicuro.