Ecco dieci consigli su che cosa scoprire a San Pietro, il primo tempio della cristianità. 

1. LA PIAZZA
Sembra impossibile che prima del 1567 quella che è oggi piazza San Pietro fosse occupata da chiese e oratori. Praticamente non c'era luce davanti alla basilica, che peraltro si presentava anch'essa in tutt'altra forma! Oggi lo spazio è maestoso e lascia a bocca aperta, soprattutto per il colonnato, disegnato da Gian Lorenzo Bernini: pensate, le colonne sono in totale 284 e i pilastri 88. In mezzo alla piazza, l'obelisco Vaticano: lo volle Sisto V e fu una vera fatica innalzarlo, tirandolo su con le corde, e solo per l'attenzione di un certo Bresca non si ruppe in mille pezzi. Mettetevi sui dischi in porfido ai lati dell'obelisco (che fu portato a Roma da Caligola nel 37): sarete nell'esatto fuoco dell'ellisse del Bernini e avrete l'illusione ottica di vedere le colonne di una stessa fila... come fossero una sola.

2. LA CUPOLA
Bernini progettò la scalinata, Maderno costruì la facciata, ma il vero capolavoro della basilica di San Pietro - almeno dall'esterno - è la cupola progettata da Michelangelo, di enormi dimensioni e di grande effetto scenografico. L'artista peraltro non la vide completata: morì quando la costruzione era arrivata al tamburo e la cupola venne quindi completata da della Porta e Fontana nel 1588-89. Bellissimo vederla da fuori, ancora di più salirci sopra: un ascensore porta fino alla terrazza da dove la vista abbraccia la piazza e la città, e ancora più in alto alla lanterna. Dalla terrazza, una scala di 330 gradini porta a un corridoio interno circolare che permette quasi di toccare i mosaici, realizzati dal Cavalier d'Arpino nel 1605. 

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3. LE DIMENSIONI
Sappiamo che le dimensioni di San Pietro non sono da "vedere", ma non potevamo non citarle come uno dei fulcri della visita e dell'emozione che suscita la basilica. Perché le cifre sono davvero impressionanti: San Pietro è lunga 218 metri, portico compreso; la navata mediana è larga 26 metri e alta 46; il transetto largo 154 metri; il diametro della cupola è di 42 metri; ci sono 46 altari, 233 finestre (108 nelle navate laterali); e lo spazio potrebbe contenere 60mila persone. Una vera chiesa dei record. Pensate che tra Seicento e Ottocento, e poi ancora ogni 28 giugno dal 1925 al 1947, cupola, facciata e colonnato venivano illuminati da 5200 lumi, tra cui 683 fiaccole e 4400 lanternoni, accesi contemporaneamente: lo spettacolo doveva essere incredibile e anche Goethe, che loi vide, rimase folgorato.

4. LA PIETA'
E' senz'altro il più famoso dei capolavori contenuti all'interno di San Pietro - non certo l'unico. La Pietà di Michelangelo attira folle di visitatori e non caso: il gruppo marmoreo (1498-99) è una delle massime espressioni del genio dell'artista. Si trova appena entrati nella prima cappella della navata destra, protetta da un cristallo protettivo. Fermatevi a guardarla ricordando l'"attentato" del 1972, quando uno squilibrato austro-ungherese prese a martellate la statua, sfregiando la Madonna. Il lungo restauro evidenziò sulla mano destra della Vergine il monogramma di Michelangelo (una M disegnata sul palmo con le linee della mano), rimasto nascosto per quasi cinque secoli.

5. IL BALDACCHINO 
Non sarà la più importante tra le opere d'arte di San Pietro, ma il baldacchino bronzeo che sovrasta l'altare papale (1633) calamiterà il vostro sguardo, anche perché la basilica è talmente grande che ci si perde o quasi nello spazio vuoto. Il baldacchino fu commissionato da Urbano VIII Barberini - si diceva "Quod non fecerunt barbari, fecerunt Barberini" - e si dice che Bernini utilizzò per realizzarlo niente meno che i bronzi del pronao del Pantheon. Oltre alle colonne tortili, tra i cui viticci si posano le api Barberini, simbolo della famiglia, e alla "confessione" sottostante, costruita dal Maderno, dove 99 lampade illuminano la "tomba di Pietro", fermatevi a guardare i basamenti di marmo che sostengono le colonne: vi sono affissi otto colossali stemmi dei Barberini in cui - nell'incavo delle chiavi - è raffigurato per sette volte il viso di una donna nelle fasi del concepimento e del parto, fino alla testa del bambino che nasce nell'ottavo stemma. E' un'opera del giovane Borromini, che voleva così esaltare la Chiesa Madre di tutte le altre chiese.

6. LA CATTEDRA
In fondo alla basilica, sullo sfondo dell'abisde, si staglia la cattedra di San Pietro: una maestosa struttura barocca in bronzo dorato, con un tripudio di angeli e putti fra le nubi filtrate dalla luce della finestra ovale a vetri bianchi e gialli dove campeggia la colomba dello Spirito Santo. Artefice, sempre Bernini. La cattedra vera e propria in realtà non si vede: è in una grande custodia in bronzo sorretta da colossali statue dei dottori della Chiesa. Si pensa che questo seggio in legno, con decorazioni in avorio, sia un trono regale donato da Carlo il Calvo a Giovanni VIII per l'incoronazione imperiale dell'875. Ne è passato di tempo...

7. LE CAPPELLE E LE STATUE
Sono tante, tantissime, colme di opere d'arte: impossibile elencarle (e vederle) tutte. Segnaliamo le imperdibili: nella cappella Clementina (navata sinistra) c'è la tomba di Pio VII, opera di Bertel Thordvaldsen, scultore danese neoclassico che fu l'unico artista protestante ad aver operato in San Pietro; sempre nella navata sinistra c'è la tomba in bronzo dorato di Innocenzo VIII, realizzata dal Pollaiolo (1498), bellissima, portata dall'antica basilica nel 1621. Nella navata destra, invece, verso l'abside, c'è il monumento di Clemente XIII, uno dei lavori più riusciti di Antonio Canova (1784-1792), che raffigurò il papa inginocchiato e in preghiera: soffermatevi ad ammirare la giunionica donna rappresentante la Religione e i due leoni, per riprodurre i quali pare che Canova si sia recato a Napoli per vederli dal vero nei giardini reali. Il posteriore di un leone appare come una testa di pachiderma, completa di proboscide, orecchie e zanne: pare che Canova avesse voluto omaggiare un suo aiuto, che di cognome faceva Elefante. Nella Basilica ci sono anche i monumenti funebri di tre donne laiche, che hanno avuto questo onore per aver contribuito al prestigio della Chiesa: Matilde di canossa, Cristina di Svezia, Maria Clementina Sobieski Stuart.
 

8. IL TESORO
Non è rimasto molto del tesoro di San Pietro, saccheggiato più volte nel corso della storia: nell'846, a opera dei saraceni, nel 1527, nel 1797 per mano di Napoleone. Però comunque dateci un'occhiata, si accede dalla Sagrestia: non fosse altro per vedere la Colonna Santa, alla quale si sarebbe appoggiato Cristo nel tempio di Salomone. Si tratta in realtà di una delle colonne tortili del IV secolo che erano di sostegno alla pergula della primitiva basilica vaticana. E poi, la famosa Crux vaticana, del VI secolo, e ancora monumenti e sarcofagi, tra cui quello meraviglioso di Giunio Basso (nella foto sotto).

9. LE GROTTE
Quelle che impropriamente vengono chiamate "grotte" in realtà rappresentano l'intercapedine tra la vecchia basilica costantiniana e quella attuale: si cammina in quella che era la basilica fatta costruire dall'imperatore e durata fino al XVI secolo. E' qui che si trovano le veneratissime sepolture di molti Pontefici e di personalità che si sono distinte attraverso i secoli per particolari motivi di ordine morale o religioso, come Carlotta I di Cipro e Cristina di Svezia. Dalle grotte, costellate di cappelle, statue, monumenti, tombe, si accede poi alla Necropoli precostantiniana, dove si affacciano mausolei del II-IV secolo: un monumento modesto indica la sepoltura originaria di Pietro, il fulcro di tutta la basilica, l'inizio della storia.

10. I GIARDINI
Per finire, i Giardini del Vaticano, che costeggiano la basilica e il cortile del Belvedere. Impostati all'italiana, costellati da fontane e ninfei, sono luogo di riposo dei pontefici fin dal 1279, quando Niccolò III traslocò da San Giovanni in Laterano. Da qualche tempo i turisti possono godere delle bellezze naturalistiche ed architettoniche dei Giardini Vaticani seduti a bordo di un open bus ecologico e panoramico: approfittatene!