Inaugurata sabato 26 giugno la XIV edizione della Biennale internazionale di scultura di Carrara dal titolo Post Monument che proseguirà fino al 31 ottobre. Un appuntamento tra i più importanti nel panorama artistico mondiale che, dopo una prima visita, si dimostra assolutamente da non perdere per tutti gli appassionati.

Curata da Fabio Cavallucci, la Biennale propone un percorso che intreccia scultura e storia cittadina inevitabilmente legata alla produzione di marmo e alle marmerie. Sono 33 gli artisti contemporanei presenti con le loro opere a cui si aggiungono i lavori di altri 11 artisti inscritti nella sezione History per sottolinearne l’importanza. Le sculture sono collocate in luoghi simbolici, dal molo di ponente della spiaggia di Marina di Carrara dove si trova l’opera Boy by the Roman Sea di Terence Koh, all’Ex Segheria Adolfo Corsi di Avenza dove sono installate le 11 opere della sezione History e 13 di quella Present.

L’ingresso in questo capannone abbandonato è la prima vera immersione nella Biennale e non mancano le sorprese. Urs Fischer scolpisce un enorme blocco di alluminio color pietra e lo chiama Marguerite de Ponty, lo pseudonimo di Stéphane Mallarmé, Monica Bonvicini crea un muro di marmo per poi decorarlo con fori e forme stilizzate nell’opera Wrong do it again, Huma Bhabha recupera pezzi di marmo e altri elementi e li trasforma in un volto o teschio. E poi si prosegue con l’enorme incenso di Daniel Knorr che continua a bruciare e consumarsi ricordandoci che tutto va a esaurirsi, le statue classiche di Fausto Melotti, il Lenin sdraiato di Dymitr Szwarc, reale monumento celebrativo di epoca sovietica che ha perso, cadendo, la sua potenza, fino all’opera mista One thousend youngsters drawing David, del cinese Cai Guo-Qiang che unisce un blocco di marmo delle Apuane, sovrastate da un volto del David, sul quale è proiettato un video con protagonisti gli studenti d’arte di Pechino intenti a ripetere all’infinito i tratti michelangioleschi.

Una scorpacciata d’arte che prosegue a Carrara. Sculture open air e vecchi magazzini semiabbandonati impongono un percorso che permette anche di scoprire le bellezze della città. All’ex Laboratorio Ugo Corsi ci si può prendere del tempo per vedere il video e la scultura di Kristina Norman Ufo Monument che raccontano un avvistamento in Polonia, all’ex Laboratorio Corsi Nicolai, praticamente inagibile, Antony Gormley, piazza i suoi due uomini di marmo, stilizzati come in un videogame, in mezzo alle macerie, Giorgio Andreotta Calò realizza un monumento alle vittime sul lavoro delle cave piazzando un enorme pezzo di marmo nella chiesa in decadimento di Santa Maria delle lacrime, il dissacrante Maurizio Cattelan realizza un’opera non opera che piazza al Cimitero monumentale, e Paul McCarthy osa ancora di più con una scultura dal titolo inequivocabile Shit e la piazza davanti a una banca.

Per gli appassionati di architettura, merita una visita il seminterrato delle scuole Saffi. Qui si trovano i plastici di progetti delle grandi archistar del momento, ultima frontiera della scultura contemporanea grazie alla creatività di personaggi come Zaha Hadid, Norman Foster e Jean Nouvel. La Biennale è un’esperienza completa, nella storia e nella contemporaneità, non solo per maniaci dell’arte contemporanea, ma per chiunque.