Se le bugie hanno le gambe corte, le buone idee hanno quelle forti di chi cerca di portarle in giro. E in questo caso le gambe sono quelle di Paolo Pileri e del suo gruppo del Politecnico di Milano che per il secondo anno parte per il Vento bici tour, quasi dieci giorni di pedalate (si parte sabato 6 giugno da Moncalieri per finire domenica 15 a Venezia) per sensibilizzare comunità e territori e spingerli ad adottare il progetto Vento. Un viaggio che raccontiamo giorno per giorno in queste pagine. E la cui galleria d'immagini instagram è visibile qui.
 
Giorno 8. Ferrara, Adria.
Di che si tratta? Di una dorsale cicloturistica di 679 chilometri lungo il fiume Po che unisca Torino a Venezia, una dorsale che si interseca con altre ciclabili esistente nell'aerea padana. «Si tratta di un'infrastruttura leggera, sicura e continua che apre al pubblico italiano un territorio poco frequentato» racconta Paolo Pileri, docente del Politecnico e responsabile scientifico del progetto dell'ateneo milanese che anno dopo anni sta raccogliendo adesioni all'iniziativa. E che fin da subito ha trovato anche il sostegno del Touring Club Italiano: lo scorso anno ha partecipato al primo bici tour con i suoi inviati (qui gli articoli tappa per tappa dell'edizione 2013). Vento non rappresenta solo una bella pedalata nella natura, ma è anche una concreta occasione di sviluppo per le zone fluviali lungo il corso del Po che di turismo ne conoscono ben poco. Una forma di sviluppo diffuso, di cui beneficerebbero sopratutto le piccole strutture ricettive e i piccoli esercizi commerciali, perché il cicloturismo per sua natura è un turismo di piccoli numeri. Piccoli ma che lasciano molto sul territorio attraversato. «In Gran Bretagna hanno calcolato che un ciclista che passa per un luogo spende in media 25 sterline contro le 7 di un turista in auto» spiega Pileri.
 
E l'indotto economico della mobilità ciclistica è potenzialmente enorme. «In Germania con oltre 40mila chilometri di piste ciclabili si calcola un indotto di 16 miliardi che genera 280mila posti di lavoro» prosegue Pileri. Ed è in quest'ottica che si muove Vento: «questo progetto può generare 2mila posti di lavoro e un indotto di 100 milioni di euro, divenendo motore per molte economie diffuse, sostenibili e durature». Cosa serve per far passare Vento da un bel progetto a una grande realizzazione? Servono circa 80milioni di euro, ovvero l'equivalente del costo di due, tre chilometri di autostrada e in tre anni si potrebbe realizzare una delle ciclabili più lunghe d'Europa che ha potenziali enormi anche per destagionalizzare il turismo italiano.

Ma serve anche che Vento venga considerato un progetto di interesse nazionale in modo da superare i tanti ostacoli burocratici e le tante logiche localistiche che per anni hanno presieduto allo sviluppo del cicloturismo in Italia. Qualcosa in questo senso si sta muovendo, come testimonia anche la partecipazione del ministro Franceschini a un seminario tenuto alla Fondazione Cariplo di Milano in cui si cercava di raccogliere tutti gli attori territoriali per promuovere concretamente lo sviluppo di Vento. «Nel recente decreto cultura abbiamo creato delle conferenze di servizi sovraterritoriali avendo in mente proprio progetti come Vento, che hanno necessità di luoghi istituzionali dove far incontrare e dialogare tutte le parti interessate» ha spiegato il ministro. E sempre nel decreto concreto è previsto l'utilizzo di strutture demaniali dismesse da riqualificare per creare luoghi di accoglienza che siano di supporto a itinerari di interesse turistico come Vento. Non è molto, non sono i soldi che servirebbero, ma è già qualcosa che dimostra che il messaggio è passato: Vento è un'infrastruttura turistica che promuove uno sviluppo turistico diverso e sostenibile.

 
Per diffondere ancor di più il messaggio di Vento, il Politecnico di Milano in collaborazione con il Touring Club Italiano, Girolibero e Slow food hanno lanciato un concorso di idee per le scuole superiori (licei, Istituti tecnici e Istituti professionali) riservato agli alunni delle classi terze, quarte e quinte delle 15 province attraversate dal tracciato di Vento o bagnate dal fiume Po. Le classi, coordinate dai rispettivi docenti, dovranno presentare un progetto di itinerario ciclabile locale, originale, che interessi i propri territori e si innesti alla dorsale cicloturistica VENTO. Al miglior progetto un finesettimana per tutti gli studenti in barca (e in bici) lungo il Po, offerto da Girolibero. Mentre la classe seconda classificata passerà una giornata in redazione a Touring. Il bando è scaricabile qui.