La nascita dei primissimi alberghi diffusi aveva fatto notizia (in molti ricorderanno, per esempio, quello di Santo Stefano di Sessanio, nell'Aquilano), poi via via l'esperimento si è consolidato ed è esploso in tutta Italia. Del fenomeno se ne parla il 7 aprile alle ore 17.30 a Edolo, all'Università della montagna (in aula magna) grazie al seminario Ospitalità diffusa; un nuovo modello di accoglienza dei borghi rurali e strumento di valorizzazione del territorio. Probabilmente un modo per risollevare, ripopolare e far rivivere antichi nuclei semiabbandonati.
 

Ma che cosa è esattamente un albergo diffuso? Ce lo spiega Giancarlo Dall'Ara, presidente dell'Associazione nazionale alberghi diffusi: «È un po' casa e un po' albergo. È per chi non ama i soggiorni in hotel: è composto da immobili diversi, che si trovano all'interno dello stesso nucleo urbano. L'aggettivo diffuso denota una struttura orizzontale e non verticale come quella degli alberghi tradizionali, che spesso assomigliano ai condomini. L'albergo diffuso si rivolge a una domanda interessata a soggiornare in un contesto urbano di pregio e a vivere a contatto con i residenti, più che con gli altri turisti».

Tali strutture hanno trovato terra fertile nei borghi e nei paesi con centri storici di interesse artistico od architettonico, soprattutto grazie al riutilizzo di vecchi edifici chiusi e opportunamente ristrutturati. L'Adi, l'Associazione nazionale alberghi diffusi ha sede a Frosolone (Is) e raccoglie oltre una settantina di strutture sparse ormai in molte regioni, dalla Lombardia alla Sicilia, dal Piemonte alla Sardegna; per vedere l'elenco, basta cliccare su www.alberghidiffusi.it

 

L'occasione del Seminario di Edolo, oltre che fare il punto sul fenomeno in costante crescita, coglie l'occasione per presentare l'ultimo albergo diffuso nato, quello di Ornica, in alta valle Brembana (Bg), un paese che, come molti altri della montagna, ha subito un forte spopolamento e che oggi vede, attraverso l'istituzione di un albergo diffuso, buoni motivi di rilancio.