Una volta le opere d'arte si mettevano nei caveau delle banche. Erano un investimento sicuro che veniva messo al sicuro. Meglio non farsi tanta pubblicità. Oggi la cultura esce dalle banche, e anzi l'Abi, l'Associazione delle banche italiane, decide di investire in cultura e dare il proprio contributo alla tutela e alla promozione del patrimonio storico e artistico italiano. Un patrimonio che alcuni casi appartiene proprio alle banche e che quando viene messo in mostra riscuote subito un grande successo di pubblico, come testimonia il caso delle Gallerie d'Italia, il progetto artistico della Fondazione Cariplo e di Intesa San Paolo, a Milano.

Per questo il presidente dell'Abi, Antonio Patuelli, ha presentato nei giorni scorsi un pacchetto di 10 iniziative da realizzare nei prossimi due anni, che vanno dalla realizzazione di un Museo virtuale con gli oltre 300 mila capolavori nelle collezioni private delle banche italiane ai restauri di alcune di queste; dal Festival nazionale per avvicinare i più giovani all’arte, all'apertura della Biblioteca dei volumi d’arte pubblicati delle banche dal 1861 a oggi. Iniziative che mirano a replicare il successo della giornata Invito a Palazzo, quando gli istituti di credito italiani si aprono ai cittadini aprendo i loro palazzi storici. Un modo nuovo per tornare a una tradizione antica: il mecenatismo.

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