Prima una carriera da pubblicitario poi la svolta con la pubblicazione di tre romanzi di successo pubblicati in Italia da Neri Pozza. Lo scrittore israeliano Eshkol Nevo è in questi giorni in Italia per partecipare alla manifestazione Milanesiana nel suo “lato torinese” venerdì 27 al Borgo Medievale e l'abbiamo intervistato per parlare di viaggi, di buone letture e progetti. La prima parte dell'incontro si svolge pochi minuti prima dell'inizio della partita Italia-Uruguay ai Mondiali di calcio brasiliani. La fine ingloriosa dell'avventura italiana ha lasciato poco spazio a commenti e conversazioni limitati a scuotimenti di testa rassegnati. La seconda parte è iniziata proprio con valutazioni e opinioni sui 90 minuti della sera prima: “speravo di portare fortuna e invece...”.
 
Nel suo libro La simmetria dei desideri i mondiali di calcio sono fondamentali per la narrazione e per mantenere vive le amicizie giovanili...
Sono un pretesto in effetti. Ho iniziato a scrivere quel libro prima di perdere i miei di amici, di distaccarmi da loro per le incombenze quotidiane, la famiglia, i figli. Però quando torno a Tel Aviv una partita la voglio vedere con loro, alla fine son sempre gli stessi.
 
Un elemento ricorrente nei suoi romanzi (oltre alla Simmetria, Neuland e Nostalgia) è il viaggio. Perché?
È vero, in ogni libro che scrivo c'è qualcuno che viaggia, anche se per motivi e scopi diversi. In Nostalgia, Modi, l'amico di uno dei protagonisti del romanzo, viaggia per scoprire il mondo e se stesso, mentre in Neuland il viaggio è più connesso alla necessità di ricovero, di riprendersi anche dalle difficoltà che ci sono a vivere in un Paese come Israele. D'altronde molti israeliani, soprattutto dopo il servizio militare obbligatorio che dura tre anni per gli uomini e due per la donne, partono, spesso per liberare la mente da quell'esperienza. Io stesso viaggio tanto e proprio durante una lunga avventura in America Latina ho deciso di iniziare a scrivere.
 
Accennava alle difficoltà di vivere in Israele...
In realtà nella quotidianità non pensi ogni momento alle questioni politiche, anzi... Le priorità sono i figli da portare a scuola, il lavoro, la mia attività di insegnante. Una vita all'europea! Poi però qualche volta ci pensi e ti prende una sorta di memento e ti ricordi che non vivi in un posto normale. Proprio in questi giorni siamo tutti preoccupatissimi per la sorte di tre ragazzini ebrei scomparsi e io mi son trovato persino nell'imbarazzante situazione di essere invitato in una trasmissione tv dove hanno parlato un sacco di quello specifico problema e poi io dovevo fare come se nulla fosse e parlare del mio nuovo libro!
 
A proposito, di cosa parla?
Il titolo in inglese è 'The last mikveh to Siberia' ed è in traduzione anche in italiano. Che dire? È una commedia comico-erotica ambientata in un sobborgo di Tel Aviv abitato da russi. (la traduttrice presente all'incontro conferma: “fa molto ridere in effetti”)
 
Intanto si gode il passaggio in Italia per la Milanesiana. Il tema di quest'anno è la fortuna. Lei ci crede?
In realtà penso sempre più al destino che alla fortuna e alle seconde occasioni. A volte si colgono a volte no. Ecco, viaggiare è proprio un andare incontro al destino per vedere, in ogni momento, che cosa riserva per noi. Sono da poco ritornato da un'esperienza a Varsavia, dove era nata mia nonna. Non ci potevo credere, ma mi sentivo a casa anche senza esserci mai stato.
 
Tra un viaggio e l'altro insegna scrittura creativa a Jaffa...
Sono workshop non accademici. L'idea mi è venuta dopo aver visto la Scuola Holden di Torino dove la scrittura si unisce alle attività come lo sport, la cucina... D'altronde per scrivere una storia devi avere una storia!