La grandeur parmigiana è morta? Parma, quando vuole, riesce ancora a stupire per visione e lungimiranza. E lo fa da uno dei luoghi simbolo della città: l’Abbazia di Valserena, tradizionalmente identificata come la stendhaliana “Certosa di Parma”. Ho avuto modo di visitarla in assoluta anteprima, tra operai e calcinacci, in occasione di un viaggio della stampa estera nella Food Valley per EXPO. Ad accompagnarmi nel tour, il presidente dello CSAC e rettore dell’Università di Parma Loris Borghi.

Felice ed entusiasta come un bambino, mi ha raccontato come, a tempo di record, l’Università sia riuscita a creare qui l’Archivio-Museo dello CSAC (Centro Studi e Archivio della Comunicazione dell’Università) che raccoglie materiali originali della comunicazione visiva, della ricerca artistica e progettuale italiana a partire dai primi decenni del XX secolo. Un archivio che diventa museo non è all’ordine del giorno, soprattutto se raccoglie 12 milioni di opere. Uno scrigno di meraviglie suddiviso in cinque sezioni: Arte, Fotografia, Media, Progetto e Spettacolo.

LO CSAC, UN'ABBAZIA-ARCHIVIO
Il primo impatto con lo CSAC (per dovere di cronaca, fondato alla fine degli anni ‘60 da Arturo Carlo Quintavalle) mi ha disorientato. Si tratta di un’abbazia che è anche un archivio che è un centro di ricerca: uno spazio funzionale dove l’area museale si scopre pian piano, in un crescendo che porta il visitatore dallo smarrimento, alla curiosità, all’entusiasmo quando si accede alla grande Chiesa cistercense che è un tripudio di opere e progetti.

Impossibile citarli tutti. Lucio Fontana, Giorgio Armani, Gianfranco Ferré, Achille e PierGiacomo Castiglioni, Nizzoli e Bellini per Olivetti, Man Ray, Luigi Ghirri, Dorothea Lange, Giò Ponti, Pier Luigi Nervi, Giuseppe Samonà, Armando Testa, Tullio Pericoli, Vincino, Enrico Baj, Mario Ceroli, Luciano Fabro, Emilio Isgrò, Enzo Mari, Giulio Paolini, Michelangelo Pistoletto, Mario Schifano, Ettore Sottsass, Emilio Tadini, Sironi, Poodoro e tanti altri ancora. Un mix di nomi e dottrine raro da trovare concentrato tutto in uno stesso luogo.

C’è anche uno spazio dedicato all’arte pop che cambierà periodicamente per permettere all’archivio di sfoggiare tutte le proprie risorse. Ma lo CSAC non vuole essere solo questo. Ci sono anche un bistrot e una foresteria, allestita in quelle che un tempo erano le celle dei monaci. Quando l’ho visitato, questi spazi non erano altro che stanze rumorose e piene di operai al lavoro, ma ora tutto dovrebbe funzionare. Vale la pena farci un giro, perché è sempre stimolante conoscere luoghi ai quali non si riesce a dare un’etichetta. Provateci voi!

INFORMAZIONI
CSAC - Centro Studi e Archivio della Comunicazione
Abbazia di Valserena, Parma, Strada Viazza di Paradigna, 1
Orari: dal martedì al venerdì dalle 10 alle 15; sabato e domenica dalle 10 alle 20
Ingresso: 10 euro, gratuità per i bambini sotto i 12 anni. Sconto di 2 euro per i soci Touring.
Visite guidate nei fine settimana senza prenotazione alle ore 16.00 e 18.00 al prezzo di € 12 (a persona).
tel. 0521 033652; www.csacparma.it.