Missione compiuta. Da oggi a Milano sono quattromila le bici gialle di Ofo, piattaforma di bike sharing free floating di nascita cinese, a disposizione di cittadini e turisti in tutto il territorio comunale. Gratis fino a fine mese; dal 1° novembre il noleggio costerà 20 centesimi la prima mezz’ora, 30 cent la seconda e poi 50 centesimi ogni 30 minuti fino a una spesa massima di 5 euro, costo del noleggio per un’intera giornata.
DUE SETTIMANE DI TEST-VANDALISMO
Con le bici argento-arancio del concorrente Mobike, le biciclette gialle di Ofo nel corso delle ultime settimane sono state protagoniste di numerose fotogallery di cronaca: ripescate a dozzine nel naviglio, “prigioniere” in cortili privati, chiuse con catena e lucchetto da clienti che le hanno “privatizzate”. Fenomeni non negati nel corso del lancio della flotta da Antonio Rapisarda, country manager per l’Italia di Ofo, che però rassicura garantendo che «siamo nelle percentuali fisiologiche (e previste) di vandalismo già registrate in altre città dove è stato attivato il servizio».

Il sindaco Giuseppe Sala (a destra) e Antonio Rapisarda, country manager di Ofo.

UN NUOVO STILE DI MOBILITÀ
«È un servizio innovativo, il bike sharing senza rastrelliere dove prendere e lasciare le bici, per il quale Milano e i suoi cittadini sono maturi – ha sottolineato il sindaco Giuseppe Sala – e, sebbene qualche incivile non manchi mai, è con questo genere di iniziative concrete che si disincentiva il traffico automobilistico. Non divieti, ma soluzioni alternative di mobilità sostenibile». Senza dimenticare le proteste dei pedoni perché «la città può crescere solo con comportamenti virtuosi e quindi i ciclisti devono essere rispettosi degli altri utenti della strada, nel muoversi e nel lasciare in sosta le bici» chiosa il sindaco Sala.

SUCCESSO DAL PRIMO GIORNO
Detto che il primo mese di test delle bici Ofo ha già visto i milanesi percorrere oltre 325mila chilometri mentre la flotta “gialla” andava completandosi, il sistema per l’uso è semplice: si scarica l’app sullo smartphone (indispensabile!), si crea un profilo utente con indirizzo mail, numero di telefono ed estremi della carta di credito (che fa da garanzia), si acquista una ricarica (taglio minimo 5 euro) e si localizza la bici più vicina sul display; raggiunta la bicicletta, basta fare la scansione del codice QR posto sul parafango e, nel giro di pochi attimi, si sblocca il lucchetto e si può cominciare a pedalare.
Operazione inversa all’arrivo: si parcheggia la bici negli spazi deputati oppure “a bordo marciapiede in modo da non intralciare né auto né pedoni” (così ha ribadito l’assessore alla mobilità Marco Granelli), si chiude il lucchetto che blocca la ruota posteriore e si preme il pulsante di fine utilizzo sulla app dello smartphone, leggendo come riscontro l’addebito per il noleggio.
Parcheggio per biciclette? Dove a Milano?
LE CRITICITÀ DELLA BICI CONDIVISA SENZA STALLI
Il bike sharing free floating ha non pochi nemici. Alcuni nel suo stesso concetto di partenza: nelle città italiane con molte attività concentrate in centro, il rischio di “svuotare i piazzali” in periferia al mattino e viceversa alla sera è reale. Tant’è che il bike sharing con rastrelliere prevede delle navette di furgoni che “riposizionano” le due ruote in base alle indicazioni del software di controllo. «La nostra filosofia, non appena giunti a regime – afferma Marco Menichetti, city manager Ofo per Milano – è di compensare eventuali squilibri nella distribuzione del parco biciclette con un meccanismo di incentivi a chi “riporta” le due ruote nelle aree critiche. Ma non prevediamo di organizzare un servizio così puntuale».
Quanto all’alert che definisce questa iniziativa una “disruptive innovation”, lanciato dalla piattaforma europea per il bike sharing sotto l’egida della European Cyclists’Assocuation, sempre Marco Menichetti commenta. «li convinceremo del contrario. Il bike sharing libero di Ofo vuole fare di Milano un punto di riferimento delle buone pratiche per l’intero settore. E abbiamo le bici e la tecnologia per riuscirci».