Santa Rosa, nella Sonoma County in California, non è proprio dietro l’angolo. Ore di aereo fino a San Francisco, e poi ancora chilometri in auto. Eppure è davvero una sorta di Mecca del fumetto. Quello di Charles M. Schultz, il papà di Charlie Brown e Snoopy. La prima striscia di fumetti fu pubblicata il 2 ottobre 1950 e, fino al 2000, anno della morte dell’autore, ha continuato ad appassionare lettori di tutto il mondo.

Il museo Charles M. Schulz raccoglie seimila disegni, ma anche lo studio dove lavorava e persino un’opera dell’artista Christo che ha rifatto una casetta del brachetto più famoso del mondo. Decine le iniziative organizzate ogni mese per bambini di ogni età che, in estate, hanno anche diritto a un gelato gratis. Oltre alla collezione permanente ci sono anche delle mostre a rotazione. Fino a novembre è il turno delle strisce dedicate al campo giochi (come non pensare alle partite di baseball e football americano che Charlie Brown perdeva sempre?) e a una mostra che incrocia pop art e fumetti, una combinazione vincente a partire da Roy Lichtenstein e Andy Warhol. Ma non è finita. Schulz, oltre a disegnare bambini dalla testa rotonda, aveva anche una passione per i viaggi, soprattutto in Europa, e ogni volta portava a casa decine di quaderni pieni di schizzi e disegni con protagonisti i paesaggi che incontrava. Una produzione privata che oggi è possibile osservare nel museo che porta il suo nome.

Ma sono Linus e la sua coperta, Lucy e la sua limonata, perfino Schroeder e il suo piano a far venire voglia di andarli a trovare in California. Al parco giochi, come splendidi sessantenni di sei anni.