Il Giappone ha due ristoranti diversi, nel padiglione austriaco si potranno degustare prodotti locali, e anche l’Egitto, nel cluster Bio-Mediterraneo, si è attrezzato con un piccolo spazio dove far assaggiare i propri prodotti tradizionali. In generale, però, dentro l’Expo non sarà facile provare di persona quello che molte nazioni raccontano come propria peculiarità alimentare e gastronomica, soprattutto perché è impossibile prenotare e si rischia di restare a bocca asciutta.

Fortunatamente, per chi uscirà dai padiglioni con un certo languore, Milano offre innumerevoli opportunità .La città dimostra la sua multietnicità soprattutto nell’alimentazione: i ristoranti giapponesi, indiani, africani, per citare solo le nazioni più frequenti, sono innumerevoli.
 

Ecco i nostri consigli per provare sapori esotici a Milano, durante (ma anche dopo) l’Expo. Abbiamo selezionato per voi dieci ristoranti, senza la pretesa che siano i migliori in assoluto, ma con la sicurezza di indicarvi luoghi di qualità: li abbiamo provati di persona. Salvo un paio di eccezioni, vi promettiamo che potrete pranzare, o cenare, spendendo meno che per entrare all’Expo (il biglietto giornaliero adulto è 39 euro).
1. CINA
Partiamo dal Pianeta Cina: siamo ancora ben lungi da intuire le potenzialità gastronomiche di questa nazione, poiché la cucina arrivata in Italia è quasi esclusivamente quella cantonese. Dimenticate allora pollo con le mandorle e riso (appunto) alla cantonese, e provate gli autentici sapori cinesi, fra zenzero, piccante vero, tagliatelle di riso e ravioli di gamberi in via Padova 3, a pochi passi da piazzale Loreto, da Wang Jiao. Gestione cinese e clientela prevalentemente cinese per un ristorante molto apprezzato, sempre pieno (indispensabile prenotare), e dagli arredi minimal e funzionali.
2. BRASILE
Altrettanto modesto nell’estetica, eppure efficace nel raccontare sapori e profumi della sua cucina è il Pampas, una churrascaria brasiliana in via Sabatelli, affacciata su piazza Gramsci. Per chi non ha mai provato il rodizio, l’autentica carne allo spiedo brasiliana, affettata al momento per i clienti e con la formula all you can eat prima che diventasse internazionale. Di conseguenza, sconsigliato ai vegetariani.
3. ERITREA
Conosciutissimo e molto frequentato è il ristorante eritreo Warsa a Porta Venezia (via Melzo). Ambiente etnicissimo, non grande, menu fisso - ovvero zighinì con antipasto, e se volete dolce - profumi e sapori memorabili e grande simpatia dei titolari. Scordatevi le posate, però, e non provate a chiederle: lo zighinì (spezzatino di carne speziato e piccante accompagnato da verdure cotte e legumi -  infatti si mangia rigorosamente con le mani, aiutandosi con il pane sottile e poroso tipico della cucina eritrea. Da leccarsi le dita, letteralmente.
4. THAILANDIA
Due i locali che sforano il budget, ma vi assicuriamo che meritano. Il primo è il Bussarakham, un ristorante thailandese a Porta Genova, in via Valenza 13. Una volta entrati non crederete ai vostri occhi: sembra di trovarsi nel palazzo di un maragià di fine Ottocento. Una sontuosità di arredi che predispongono a un menu altrettanto elegante e raffinato. Ottimi i gamberoni al curry con latte di cocco e basilico tai, più classico il pollo al curry giallo con latte di cocco, patate e pomodorini.
5. GIAPPONE-SRI LANKA-ITALIA
L’altra segnalazione ad alto budget è Wicky’s, fusion giappo-cingalese, da pochi mesi trasferitosi in un piccolo locale di corso Italia, a due passi dal Duomo. Wicky Prior, il titolare e chef, è un maestro della contaminazione e nel piatto mischia abilmente suggestioni della sua terra d’origine, l’isola di Ceylon, con classici sushi e sashimi giapponesi realizzati con ingredienti di altissima qualità. Ma il motivo principale per cui lo segnaliamo è il cosiddetto sushi alla milanese, ovvero l’utilizzo di ingredienti italianissimi, come il risotto con lo zafferano, il tartufo bianco e la carne chianina, per realizzare nighiri eccellenti alla vista e al palato. Il menu è da 85 euro, alla carta stiamo intorno ai 100 euro, ma la qualità è da stellato.
6. PERU'
Chi non ha mai provato il ceviche peruviano ha da poche settimane un indirizzo sicuro: Pacifico, ristorante peruviano in via San Marco angolo via Moscova. Piatto simbolo della cucina Peruviana, il ceviche è un piatto a base di pesce crudo, marinato nel lime e nelle spezie, in particolare peperoncino e coriandolo. Una sorta di insalata di pesce dal gusto unico, particolarissimo, diffuso dal Perù in molti altri Paesi del centro e Sud America, fino al Messico.
7. LIBANO
A due passi dal Pacifico troviamo un altra chicca esotica: il ristorante libanese Lyr. Una cucina sofisticata, ricca di profumi, in cui predominano le spezie, l’aglio e come proteina l’agnello. Hummus, moussaka, fattoush, kibbeh… quella libanese è una cucina tutta da scoprire, incredibilmente ricca e varia.
8. SPAGNA
Un’altra recente apertura, molto originale nella forma e anche nella sostanza è, a Porta Venezia, Event, tapas bar e cockteleria spagnola. In un minuscolo ambiente al 38 di viale Piave dalle decorazioni ispirate a Salvador Dalì, ottimi cocktail e aperitivi via via sempre più corposi che sono di fatto mini degustazioni di eccellenza spagnola. Se amate il patanegra, l’acciuga del mar Cantabrico, il baccalà spagnolo, il chorizo, ma anche le ostriche e il tartufo, non resterete assolutamente delusi.
9. VEGETARIANO
Le ultime due segnalazioni sono per due locali che non sono esotici, ma raccontano due modi di mangiare altrettanto interessanti e seducenti. Il primo è il Joia, unico ristorante vegano e vegetariano stellato in Italia, a Milano in via Panfilo Castaldi 18 (Porta Venezia). Come altri stellati, anche lo chef Pietro Leemann ha aperto uno spazio bistrot in cui è possibile degustare una buon parte del suo menu a prezzi accessibili (40/50 euro). La sua cucina esalta ogni ingrediente, sapore per sapore, e sa regalare eleganti accostamenti cromatici nel piatto, poiché si mangia anche con gli occhi. Nel suo menu, rigorosamente a km zero (Leeman ha il suo orto personale poco fuori Milano, presso la cascina Caremma), anche i nomi dei piatti trasmettono serenità e piacevolezza: "Il tepore di quel luogo accogliente" (crema di zucca e mais con sfera di carciofi e pesto di sedano verde); "L'ombelico del mondo" (due risi, il Corti mantecato con broccoletti e zenzero e il Venere al salto con spuma di cavolo romanesco); "Arabesque" (una coloratissima tavolozza di farinata di ceci con patè di sedano e rafano, maionese di rape rosse, barbabietola gelèe e mousse di zucca). E non direte più che mangiare vegano è un sacrificio.
10. MILANESE
Chiudiamo segnalando un posto così milanese, che sembra di stare fuori città. E’ la Cascina Cuccagna, bar, ristorante e luogo di ritrovo, ma da qualche tempo anche mercato agricolo e ostello che in zona Porta Romana - corso Lodi offre prodotti del territorio nel fornitissimo bar e nel ristorante ("Un posto a Milano", nomen omen) affidato allo chef Nicola Cavallaro. Un angolo di verde nel cuore della città, dove pane e dolci sono fatti in casa, fra gli aperitivi compare ancora l’uovo sodo con maionese e capperi e perfino il mondeghili, la polpetta meneghina per definizione.

Perché all’Expo si parla del cibo del mondo, ma siamo sempre a Milano.

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