Una nuova parola sta per entrare nel linguaggio dei romani. E’ Grab, l’acronimo di Grande raccordo anulare delle bici, un percorso ciclopedonale lungo 44 km, tra la colonna Traiana e la via Appia, che consente di aprire a turisti e visitatori il museo archeologico a cielo aperto più importante e più ricco del mondo.
 
Non è un sogno, ma un progetto in carne e ossa firmato da Touring Club Italiano – che il ciclismo ce l’ha stampato nel dna - Legambiente, Parco regionale dell’Appia antica, Velolove e Rete mobilità nuova – che potrebbe arrivare in dirittura d’arrivo sin da ora grazie alle risorse economiche previste dalla legge di Stabilità, in questi giorni in fase di approvazione dal Parlamento. Il progetto è stato presentato oggi nel Punto Touring di Roma, in piazza Ss. Apostoli. 

IL PERCORSO DEL GRAB

Il percorso del Grab dovrebbe partire da piazza Venezia lungo un itinerario che ingloba i Fori, il Colosseo, il Palatino, il Circo Massimo, le Terme di Caracalla, Porta San Sebastiano e le Mura Aureliane, le Catacombe di San Callisto e di San Sebastiano e poi via via il parco della Caffarella, quello degli Acquedotti e tutte le altre testimonianze che si incontrano lungo la strada romana, la Regina viarum, un luogo dell’immaginario storico e religioso, dove Pietro incontra Gesù e gli domanda “Quo vadis domine?”, una porta del tempo da cui entra anche il comandante americano Clark con le sue truppe per liberare Roma dal morso nazista.
 
Non si tratta, badate bene, di una semplice pista ciclabile, ma di un vero e proprio anello che possa trasformare la Via Appia nella porta di accesso di una nuova Roma, di una metropoli contemporanea che investe sul suo territorio, sulla sua storia e sulle sue ricchezze. Ne è convinto il presidente del Tci Franco Iseppi che ribadisce come un progetto di questa portata, condiviso e partecipato, possa servire a far sentire la voce della cittadinanza: basta con abusivismo edilizio, traffico soffocante, attività commerciali fuori luogo, è l’ora di riprendersi una parte della città rendendola accogliente, attrattiva e anche competitiva, perché è un’infrastruttura naturale, unica al mondo nella sua specificità e nella sua bellezza.

LA SFIDA PER IL FUTURO

E dopo il progetto, la sfida: in primavera un Appia day con la Regina viarum aperta alle persone e finalmente chiusa al traffico. Certo, rendere Roma una città bike friendly è un’impresa da titani come lo è trasformare l’Appia antica in un giardino dell’Eden quando ancora è un tratto a scorrimento veloce, a ludibrio di smog e caos.
Eppure il Grab può diventare – come ha detto Alberto Fiorillo, responsabile Aree urbane di Legambiente - una lezione itinerante di storia che parte dal 300 a. C. dall’Appia antica e arriva all’architettura contemporanea di Zaha Hadid e alla Street art del Quadraro e di Torpignattara.
 
Se non un sogno, almeno una possibilità.

INFORMAZIONI
http://velolove.it/grab/