È la chiesa dei Ss. Severino e Sossio, nel cuore del centro storico di Napoli tra corso Umberto I e l'Università, il quarto sito adottato dai volontari Tci per il Patrimonio culturale nel capoluogo partenopeo. La monumentale costruzione barocca affacciata su via Bartolomeo Capasso è inserita nel complesso dell'ex convento benedettino, oggi sede dell'Archivio di Stato: nell'ambito dell'iniziativa Aperti per Voi, i volontari Tci la rendono accessibile e si fanno carico dell'accoglienza ai visitatori ogni giovedì, venerdì e sabato dalle 10 alle 13.

LA COSTRUZIONE CINQUECENTESCA
La chiesa deve il titolo all'avere conservato per oltre otto secoli le reliquie di S. Severino, qui portate dai benedettini nel X secolo per proteggerle dalle scorrerie saracene, cui nel 904 si aggiunsero quelle di S. Sossio, martirizzato insieme a S. Gennaro. Ai primi dell'Ottocento le reliquie furono poi trasferite a Frattamaggiore. La costruzione dell'edificio attuale, caratterizzato dall'ampia navata a croce latina con sette cappelle per lato e profonda abside, cominciò nel 1490, sotto la direzione di Francesco Mormando, e fu terminata nel secolo successivo da Giovanni Francesco Di Palma. Di particolare pregio la cupola, tra le prime realizzate a Napoli, costruita nel 1561 su progetto dell'architetto fiorentino Sigismondo Coccapani e l'altare e la balaustra del presbiterio disegnati dal bergamasco Cosimo Fanzago.

LE OPERE D'ARTE
Caratterizzata da un fastoso apparato decorativo con affreschi e stucchi che associa alla veste "trionfante" le esigenze didascaliche degli edifici di culto post-tridentini, la chiesa dei Ss. Severino e Sossio racchiude notevoli opere d'arte, che vanno dal XVI secolo al XVIII secolo: nella navata affreschi e tele di Francesco De Mura, nelle cappelle laterali opere di alcuni pittori e scultori del XVI secolo, tra i quali il pittore Marco Pino e lo scultore napoletano Giovanni da Nola. Inoltre, va citato il monumento sepolcrale a Camillo de' Medici, realizzato da Girolamo D'Auria verso la fine del XVI secolo. Tramite la porta dell'antisagrestia si accede poi a un corridoio del XV secolo, che conduce alla chiesa inferiore, di gusto rinascimentale, realizzata da Giovanni Francesco Mormando, nella quale vi si trovano numerose tombe databili al Cinquecento.