In centro a Milano, nel cuore del quadrilatero della moda, ordinata e quasi silenziosa una fila di turisti orientali aspetta il proprio turno per entrare a fare acquisti. Un portafoglio, una borsa, un paio di scarpe: un pezzetto di made in Italy che diventerà ben più del loro souvenir d'Italie. Assieme a un buon piatto di pasta per molti di loro è il motivo principale di un viaggio in Italia: acquistare i prodotti italiani di qualità direttamente dove sono concepiti. Certo, ci sono i musei, le chiese, la bellezza del paesaggio italiano, ma per tanti la principale motivazione di viaggio è lo shopping di beni di lusso. Del resto il marchio “Made in Italy” è il quinto al mondo nella classifica dei marchi più riconosciuti e desiderati. E il nostro Paese è nelle prime posizioni di tutte le classifiche quando si parla dell'attrattività dei suoi prodotti manufatturieri nel campo dell'alimentazione, moda e beni di lusso.
Di questo si parlerà mercoledì 21 maggio alle 10 (Sala parlamentino, Palazzo Giureconsulti, piazza Mercanti 2) nell'ambito dell'incontro “Cultura e made in Italy, ovvero quello che il mondo ci invidia”, ultima giornata del ciclo Milano Destinazione 2015 organizzato dal Centro Studi Tci e dalla Camera di Commercio di Milano. Partecipano alla discussione Claudio De Albertis, presidente della Fondazione La Triennale di Milano; Maurizio Di Robilant, promotore della fondazione Italia patria della bellezza; Andrea Illy, presidente Fondazione Altagamma e Renzo Iorio, presidente Federturismo, moderati da François de Brabant, presidente di Between. L'occasione per capire come un settore trainante quale il “made in Italy” possa ancor di più far da volano per il nostro turismo che arranca e non sfrutta il suo immenso potenziale, incapace di fare sistema e di promuoversi in maniera unitaria all'estero.

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