Ragionare insieme, tra profit e no-profit, su buone pratiche e azioni di supporto alla cultura. Questo il punto focale del convegno La cultura vale. Percorsi possibili tra profit e non profit per il patrimonio culturale, organizzato oggi dal Touring e svoltosi nella Sala delle colonne della Banca Popolare di Milano, in via S. Paolo 12 a Milano. Un incontro ricco di spunti: eccone alcuni.

Ha aperto la giornata Iacopo De Francisco, chief commercial officier di Bpm:

• Bisogna fare squadra, solo così si riesce a costruire futuro

• Bpm ha finanziato il restauro della chiesa di S. Maurizio a Milano, ma chi la fruirebbe se il Tci non l'avesse resa accessibile con i volontari di Aperti per Voi?

La prima tavola rotonda “Big players e mecenatismo d'impresa” è stata moderata dallo scrittore e organizzatore culturale Andrea Kerbaker:

• il mondo della cultura deve molto al privato, il ruolo delle banche nel Novecento è stato fondamentale per collezioni di oggi

Maria Cristina Cedrini, della fondazione Bracco:

• è basilare avere linee di indirizzo molto chiare

• crediamo in progetti che non ci vedano solo come erogatore di fondi, ma come aggregatori di conoscenze e che abbiano una prospettiva di continuità progettuale

• siamo una multinazionale vogliamo portare l'Italia all'estero, cerchiamo progetti di respiro internazionale

Alessandro Beda, della fondazione Sodalitas di Assolombarda:

• il mecenate è un privato, l'impresa investe in cultura perché produce valore (indiretto) anche per il sistema imprenditoriale

• c'è un ambito in cui l'impresa potrebbe aiutare: quello della comunicazione e della promozione. È inaccettabile pensare che il museo degli Uffizi sia solo al numero 23 al mondo tper numero di visitatori

• può sembrare strano, ma la crisi economica sta facendo crescere le attività di responsabilità sociale delle imprese

Marco Cammelli, della Commissione per le attività e i beni culturali dell'Acri:

• le risorse economiche sono un problema, ma anche i progetti per usare le risorse sono altrettanto importanti

• serve stabilità per tutti gli attori coinvolti: bisogna lavorare assieme, superare il concetto della semplice erogazione di fondi all'evento e sostenere invece chi lo organizza

• il progetto funder35 finanzia non l'evento in sé, ma la capacità dei soggetti di costruire un programma strutturato

Renato Crotti, della fondazione Arvedi Buschini:

• siamo sicuri che il finanziamento “a pioggia" sia sempre sbagliato? ci sono piccoli progetti che hanno un loro valore, senza richiedere impegni economici di grande rilevanza

• rapporto pubblico-privato: nonostante sei riforme del Mibac, il ministero resta una struttura inadeguata a dialogare con le imprese

Virginia Villa, del Museo del violino di Cremona:

• siamo partiti da lontano, da oltre trent'anni di attività di fondazione Stradivari

• il museo è la vetrina sul mondo di una capacità produttiva diffusa sul territorio; un caso esemplare di come la cultura può fare sistema insieme con il mondo dell'impresa

La seconda tavola rotonda “Comunità diffuse e innovazione sociale” è stata moderata da Giuseppe Frangi, direttore del periodico Vita:

• innovare vuol dire costruire una storia intorno al bene culturale, così da coinvolgere un bacino d'attenzione più ampio

Valeria Cantoni, di Art for business:

• costruiamo innovazione sociale, cambiamo le regole attraverso nuove relazioni sociali, troveremo così le risorse

• non è un caso se molta innovazione nasce in piccole comunità e nelle piccole città, dove le relazioni sociali sono più dirette e facilitano il processo creativo

Bruno Ambrosini, di fondazione Accenture:

• per il bando ARS abbiamo ricevuto oltre 600 progetti, 514 ammessi, ora siamo alle fasi finali; lunedì 28 ottobre sarà proclamato il vincitore

• nella selezione dei progetti ARS, ciò che ci interessava era la forza del business plan, perché solo così promuovere la cultura diventa sostenibile

Bertram Niessen, di Doppiozero.com:

• il meccanismo dei premi è un fantastico strumento per trovare "le creature del bosco"; nel mondo della cultura spesso l'innovazione si nasconde e va scovata

• la forza straordinaria dei social network per la cultura è la capacità di storytelling (raccontare storie, emozionare, coinvolgere). Nessun altro media riesce a batterli su questo piano

Giulia Barbieri, di Shinynote (contributo video):

• in Europa nel 2012 sono stati raccolti 950 milioni di dollari attraverso il crowdfunding (raccolta online di fondi, sui social network), 23 milioni in Italia

È intervenuto poi Filippo Del Corno, assessore alla Cultura del Comune di Milano:

• dobbiamo costruire un nuovo patto con il mondo dell'impresa

• investire in cultura in un momento di crisi vuol dire investire nel futuro della propria comunità, così come fece il sindaco Greppi dopo la seconda guerra mondiale col motto “Milano deve avere pane e musica”

• per Expo sarà importante lavorare sui luoghi della città, questi sono l'identità anche futura della città

• c'è un dato della Camera di commercio che deve far riflettere: nell'ultimo trimestre, dominato dai segni meno, l'unico dato positivo giunge dal settore turistico alberghiero; è da lì che bisogna partire

Ha concluso Franco Iseppi, presidente del Touring Club Italiano:

• si sta sviluppando la cultura del non profit che non chiede più risorse allo Stato, chiede di essere messo in condizioni di lavorare

• sono le funzioni che gli attori svolgono che li identificano, è importante la gestione dei beni non la proprietà

• il mondo non profit si sta trasformando in una comunità non profit. Prima vengono i valori, poi gli strumenti e dunque la rete

• anche i più liberisti ammettono che certi settori non possono essere lasciati alla logica del mercato. Ma non per un fatto etico: parlano da economisti. Sono settori che servono al mercato e lo fanno prosperare.