Quando al mattino guardi il cielo scuro il dubbio è sempre quello: non piove, chissà se regge? E se non regge, come mi vesto? Mentre il ciclista urbano e scarsamente allenato era attanagliato da queste domande esistenziali i ciclisti, quelli veri (iscritti a Federciclismo o alla Consulta nazionale), erano già in sella da un pezzo, alle prese con la loro sgambata da 191 (o 142) chilometri per saggiare i percorsi del nascituro Parco cicloturistico dei navigli. Per un centinaio di intrepidi la partenza era fissata alle 8 da Corsico, nell'Area ex Pozzi che è un bel parco urbano in riva al Naviglio grande. Qualche ora più tardi (alle 10) sono partiti gli altri ciclisti, oltre cento, quelli per cui 72 chilometri non sono un problema, che si sono cimentati nei percorsi approvati da Garmin, partner tecnico del progetto. Assieme a loro c'erano anche i ciclo amatori meno allenati, quelli per cui la prospettiva di una passeggiata in campagna accompagnata da un risotto (il posto ristoro di Cassinetta ha entusiasmato tutti) è un motore sufficiente per sfidare il cielo grigio e mettersi in sella alla scoperta del territorio, partecipando anche alle visite guidate organizzate lungo il tragitto.

Insomma, pronti via, e tutti a pedalare tra i campi e i fontanili della pianura, sconfinando oltre il Ticino, in Piemonte, rientrando verso Vigevano e andando fino a  Mezzana Rabattone, nel pavese, prima di rientrare verso Bereguardo, passando per Rosate e ritornando sull'alzaia del Naviglio grande. Un percorso che ha coinvolto due regioni, tre province e ben 46 Comuni. I primi tra i ciclisti allenati sono tornati indietro quando c'era chi tra i partecipanti alla Tciclettata del pomeriggio era ancora indeciso sul da farsi: piove, regge, non piove? Già, perché alle 15,30 dalla sede del Tci di Corso Italia, sotto un sole trionfante sono partiti in settanta, compresi bambini (Matilde, la più piccola aveva sette anni) e risciò, per coprire in tutta lentezza gli otto chilometri fino a Corsico. Colorati e rumorosi sono arrivati fino all'area ex Pozzi sfruttando la ciclabile che corre parallela al Naviglio grande e lungo la strada si sono fermati alla Conca del naviglio per farsi raccontare da una guida turistica come e perché sono nati e si sono sviluppati i navigli milanesi.

Un assaggio concreto di quella che è la filosofia dei parchi cicloturistici, lanciati in questa occasione dal Touring e dal suo Centro Studi in collaborazione con l'associazione Turbolento. Una filosofia condivisa anche da Vittoria assicurazioni, da oltre 15 anni partner del Touring Club Italiano, che ha collaborato alla realizzazione della giornata.

"Il progetto dei Parchi Cicloturistici – ha spiegato il presidente Franco Iseppi dando il via da Corso Italia -  è una delle tante iniziative messe in atto dalla nostra associazione per far conoscere il nostro Paese in modo sostenibile sfruttando, là dove presente, la rete di percorsi ciclabili diffusa sul territorio nazionale e sensibilizzando cittadini, amministrazioni locali e il Governo su questi temi. Il Parco Cicloturistico prevede, soprattutto nei primi anni di vita, interventi infrastrutturali minimi perché l’obiettivo è mettere a sistema quello che già esiste: non è necessario costruire piste ciclabili, è sufficiente, semplicemente, utilizzare le strade a basso tenore di traffico ed eventualmente prevedere soluzioni viabilistiche in grado di garantire a tutti gli utenti della strada pari diritti e sicurezza. Il Parco Cicloturistico dei Navigli – conclude Iseppi – ha grandi potenzialità come strumento di promozione del territorio, per tutto quanto vi insiste ed esiste nelle sue immediate vicinanze".

Un concetto ripetuto durante il talk show, presentato da Marco Pastonesi, giornalista della Gazzetta dello Sport, che si è tenuto nel pomeriggio sotto il tendone dell'area ex Pozzi. In tanti hanno ascoltato i testimoni che si sono avvicendati sul palco, parlando di futuro a due ruote, turismo sostenibile e raccontando storie eroiche di bicicletta (come i ragazzi che per solidarietà sono andati da Lusaka, in Zambia, fino a Londra). Altro che i dubbi mattutini del ciclista urbano.

Nella gallery sottostante, alcuni momenti della giornata; altre immagini nel blog Pedalando.